Una fogliata di libri
Stiratore di luce
La recensione del libro di Franco Stelzer edito da Hopefulmonster (88 pp., 12 euro)
Chi segue Franco Stelzer dai suoi esordi sa che nulla è rituale nel suo profilo letterario. Non lo era il primo libro uscito per Einaudi Ano di volpi argentate nel 2000 né Il nostro primo, solenne, stranissimo Natale senza di lei, tre anni dopo. Libri sottilissimi, ispidi e stranianti, inadatti a questo tempo user friendly e alla sua letteratura talvolta verbosa e (s)concentrata su plot di grande foliazione. Anche Matematici nel sole giunto nel 2009 interrompendo la serie per la casa editrice torinese (ripresa poi nel 2018 con Cosa diremo agli angeli con i sardi de Il Maestrale, aveva stupito i seguaci della prima ora, dividendoli.
Stelzer, che è nato a Trento nel 1956, traduttore dal tedesco e docente di lettere, non ha mai mostrato di voler percorrere strade troppo solcate anche quando gli sarebbe stato conveniente. Ora per la collana Pennisole di Hopefulmonster (la cui direzione è di un altro scrittore felicemente irriducibile, Dario Voltolini) scrive Stiratore di luce, una storia agiografica ma non in senso estensivo. Quella di Bodo, un uomo-bambino tra naiveté e disturbo, che vive con la mamma nei pressi del Lorettoberg dove portano avanti una bottega, nel frattempo diventata tecnologicamente obsoleta, in cui lavano e stirano oltre a vendere mobili per raggranellare qualcosa in più, fa emergere da una piccola vita un apologo morale senza paura di sembrare ingenuo.
Stiratore di luce sembra scritto, infatti, come la vita di un santo, quella di un uomo destinato a rotolare verso la sconfitta ma con la luce di una resurrezione o rinascita che lo redime, lo salva anche se sembra annientarlo sul piano cartesiano della vita vissuta.
Una scrittura che miscela cronaca a osservazione poetica (“E’ una magnifica serata di maggio. Nel pomeriggio c’è stata qualche spruzzata di pioggia, ma adesso il cielo si è nuovamente rasserenato, la luna è dietro gli alberi, l’asfalto esala un vapore sottile, l’aria è densa del profumo dei tigli…”).
Stelzer ha scritto un libro di riscossa della semplicità e liberazione dal disagio mentale senza cinismo né buonismo: un’equidistanza coraggiosa. A cui giova il finale catartico che citiamo per la grazia perfetta scusandoci per l’inconsueto spoiler. “Poi, senza capire che cosa sta accadendo – ma felice, felice come non era mai stato, esultante, imbevuto di luce – si inginocchia e poi… lascia che il corpo, dolcemente, si accasci nell’erba”. Da notare il doppio piano di quel “felice”, la luce da pala sacra e il cosale distacco abbandonato dal corpo.
Franco Stelzer
Stiratore di luce
Hopefulmonster, 88 pp., 12 euro
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