una fogliata di libri
La crociera
La recensione del libro di Lara Williams edito da Blackie Edizioni (206 pp., 18,90 euro)
Esiste, non meno dolorosa, una nostalgia dei nonluoghi – e così ricordiamo anche il recentemente scomparso Marc Augé – oltre che dei luoghi. Mentre c’è, peraltro, e molto vivida in questi tempi di confusa direzionalità, una nostalgia della nostalgia dei luoghi, quella dei nonluoghi è più recente e meno convinta del racconto di se stessa, della sua (auto) rappresentazione, forse perché teme di non convincere.
Il romanzo ultimo di Lara Williams La crociera” (Blackie Edizioni) ci catapulta nel nonluogo “grandi barche da viaggio” e lo fa non dal punto di vista di un osservatore esterno che quella cosa (il viaggio) non rifarà più nella vita ma di una lavoratrice, Ingrid, che quello e solo quello vuole fare: lavorare per mare. Anche perché a un certo punto, il malditerra è peggiore del maldimare. O, per dirla con parole alate – non nostre, sia mai, ma baudelairiane –, alcuni esseri che nel loro elemento migliore risultano leggiadri (tipo l’albatros) messe a terra finiscono per far ridere. Quantomeno gli altri.Ingrid che si muove tra le varie assegnazioni a rotazione nei corner o negozi della nave da crociera WA, un
matrimonio fallito, lo spasmodico bisogno di considerazione e quello di non sembrare un goffo gabbiano, un alcolismo ingenuo e masochistico, bowl proteiche e bisogno di modelli e maestri, è disposta a tutto, oltre ogni ragionevole dubbio. In questo c’è anche una mistica casuale e sciatta ma interessante.
Sa di essere fragile e complessa (“Osservai l’espressione di Keith, quella di un uomo che cerca di far quadrare le cose disparate che sa di una persona. Un’espressione che avevo visto sul volto di mio marito innumerevoli volte”) e questo la rende più che coraggiosa di un estremo punitivo vitalismo da qui l’adesione convinta al “Programma” e la disponibilità a farsi guidare anche solo dalle situazioni improvvise che le capitano e in cui le piace perdersi.
Lara Williams, che vive a Manchester, ha alle spalle i racconti di “Treats” e il “fight club femminista” tradotto sempre da Blackie, Le divoratrici. Tutti ben accolti dalla critica e
premiati.Esiste, per concludere dal punto in cui eravamo partiti, autenticamente dolorosa la nostalgia dei nonluoghi, e forse non ci va di ammetterlo. Quella che ci fa tornare lì dove non siamo stati particolarmente bene ma neppure male. E questo forse è il motivo delle nostre rimozioni illuse e disilluse: la pericolosità del grigio che ci attrae e repelle insieme. Qualcosa che sappiamo che nella vita rifaremo almeno un’altra volta.
Lara Williams
La crociera
Blackie Edizioni, 206 pp., 18,90 euro