Una fogliata di libri
Uno sguardo che salva. Weil, Florenskij, Corbin
La recensione del libro di Roberto Revello, edito da Meltemi (170 pp., 16 euro)
Negli strumenti che la filosofia adopera per l’osservazione del mondo c’è un aspetto che rimanda all’essenza spettrale e intangibile dello sguardo sulle cose, una ricerca che indugia sull’invisibile, sul sottile discrimine tra luce e buio. L’impressione è che solo attraverso questo sforzo, che culmina in un potenziale nuovo modo di guardare il mondo, le cose possano rivelare il loro lato nascosto e lo sguardo cogliere quella che Schopenhauer chiamava la “realtà completa”. Il filosofo Roberto Revello raccoglie tre saggi su alcuni pensatori, accomunati da un simile desiderio di scoperta, che hanno provato con le loro opere a vedere oltre il visibile e a consegnare a discepoli e lettori gli strumenti per educare a una vista ulteriore, capace di scartare dalle osservazioni monocordi del mondo.
La filosofa francese Simone Weil, il filosofo, matematico e sacerdote russo Pavel Florenskij e l’orientalista Henry Corbin, i protagonisti di questo libro, sono pensatori “che più di altri – scrive Revello – hanno sviluppato e sviscerato l’antica e abissale analogia del conoscere e del vedere” e hanno tracciato itinerari da cui emerge come “le nostre forme di conoscenza sono modi di guardare al mondo e dipendono fondamentalmente da una scelta etica”.
Nel saggio dedicato a Weil (“Uno sguardo straniero”) Revello pone attenzione ad alcuni frammentari scritti giovanili per mostrare come il fuoco di domande radicali accompagni la filosofa fino alla sua fase ultima, seppure con cambiamenti fondamentali (su tutti la centralità della figura di Cristo), in quello su Florenskij (“Uno sguardo infinito”) viene studiato come i temi platonici innervino le sue teorie matematiche, il carattere ortodosso esemplare di un’opera come “La colonna e il fondamento della verità” e il suo intreccio tra speculazione e vita, mentre quello su Corbin (“Uno sguardo sofianico”) segue i confronti tra oriente e occidente che hanno mosso l’islamista francese, studioso del mazdeismo iranico e dei suoi punti di contatto con il neoplatonismo. “Ciò che noi chiamiamo mondo sono i significati che noi leggiamo”, ha annotato in una pagina dei suoi quaderni Simone Weil, ma qualsiasi ombra di relativismo e parzialità presto si dissolve se il mondo viene osservato attraverso uno sguardo allenato e pronto a impugnare gli itinerari complessi di autori come Weil, Florenskij e Corbin che la lettura di Revello rende luminosi e limpidi.
Uno sguardo che salva. Weil, Florenskij, Corbin
Roberto Revello
Meltemi, 170 pp., 16 euro
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