una fogliata di libri

Marco Meier Ingemaus Feltrinelli, 326 pp., 22 euro

Giacomo Giossi

La recensione del libro di Marco Meier, Feltrinelli, 326 pp., 22 euro

Se si potesse sintetizzare all’estremo la vita di Inge Feltrinelli, si potrebbe dire che è nata come Inge Schönthal a Gottinga il 24 novembre del 1930, poi è stata soprannominata in famiglia Ingemaus (topolino), si è quindi trasformata in Inge Feltrinelli e infine è divenuta semplicemente e icasticamente Inge. Una vita come una fioritura: una scoperta insistita e accurata di se stessa. Una liberazione felice e tesa all’interno delle non poche tortuosità dell’esistenza, si pone dunque ben oltre la biografia Ingemaus (Feltrinelli), il libro che le ha dedicato il filosofo svizzero Marco Meier.

 

Un libro intenso che restituisce pienamente la forza di un secolo tragico e vibrante. Inge vive infatti il Novecento assaporandone le asprezze e strappando scampoli preziosi di felicità e avventura. L’unico modo possibile per vivere e anche per crescere quando la precarietà del mondo rischia di intaccare quotidianamente la vita delle persone. Ingemaus è un libro multiplo, con infinite voci, che non si limita a un tono soltanto, ma che offre con chiarezza la bellezza della gioia, della passione e dell’amore, ma anche la rude durezza della violenza. L’asprezza di un dolore profondo che lascia ferite non rimarginate: il peso reale e concreto della tragedia individuale come collettiva. Inge vive attraversando i continenti, entrando in relazione con i popoli. I suoi incredibili incontri assumono di volta in volta la sintesi di una visione comune e popolare: Hemingway e Picasso tra gli altri non sono letti come celebrità, ma come parte di un mondo in stato di liberazione e opposizione perenne.

 

Il libro di Meier è una vera indagine di “un complotto” (così Giangiacomo Feltrinelli definisce la sua storia d’amore con Inge) ovvero il racconto di una felicità sempre imprevista, ma sempre attesa. L’innegabile forza romanzesca del testo non è iniettata artificialmente, ma è vivida quale naturale conseguenza di un tempo e di un’indole. Il Novecento e Inge aderiscono l’uno all’altra, un sodalizio inscindibile dentro al quale ogni cosa diviene possibile. Nessuna paura può anestetizzare la volontà e la passione di scoprire e di superare la durezza di un tempo visceralmente aggressivo e spesso folle. Non esiste un esordio e in un certo modo non esiste una fine perché i capovolgimenti di fronte sono continui e la capacità di cambiare che Inge dimostra è esemplare di un essere donna in un tempo e in un modo di soli uomini. Una donna che ha voluto tutto, meno che la noia di un posto e di un ruolo scelto da altri. 

  

Ingemaus
Marco Meier
Feltrinelli, 326 pp., 22 euro