Il buon auspicio
Lorenza Ronzano, Miraggi, 541 pp., 26 euro
L’unica cosa che mi interessa – scrive Lorenza Ronzano – è dar voce all’umanità”, nella convinzione che la follia sia in realtà una “prestigiosa qualità umana”. Così si legge nel libro Il buon auspicio, pubblicato pochi anni dopo la prematura scomparsa della sua autrice. Non era né una psicologa né una terapeuta, ma una “consulente filosofica” a cui avevano a sua volta diagnosticato, all’età di 19 anni, una schizofrenia paranoide. Come la figura mitologica di Chirone, personaggio dotato di mirabili conoscenze mediche perché egli stesso affetto da una ferita impossibile da rimarginare, Lorenza apre spazi di parola a chi è emarginato a causa della sua fragilità, facendo lei stessa della propria emarginazione il motivo della propria nobiltà. “Sto qui in ospedale a chiacchierare, mi metto a disposizione dei cosiddetti pazienti psichiatrici, […] io sono il loro grande orecchio, la loro cassa di risonanza. Voglio sdoganare la follia, per questo ho deciso di lavorare contro una visione del mondo proprio nel luogo in cui questa visione viene creata. Sono l’anticorpo del sistema in vigore”.
Il libro che ne è uscito è pressoché impossibile da definire: perlopiù diario in cui la protagonista parla dello stesso processo di scrittura e, fra mille traversie, di pubblicazione del libro che il lettore tiene in mano. La narrazione, tanto discontinua perché fedele all’intimità viscerale che la innerva, procede come in un complesso gioco di specchi: la figura della protagonista si definisce man mano che vengono presentate le molteplici relazioni che intesse; Lorenza, mai veramente se stessa, è il punto nodale dell’intreccio di relazioni, figura precaria e mutevole nella trama eterogenea di voci che la circondano. Un’eco costante di queste voci pare risuonare nella stessa Lorenza, sono da lei interiorizzate fino a modellare il suo profilo. Un rapporto in particolare si segnala per la sua sincerità e, insieme, la sua sfuggevolezza: Lorenzo, coinquilino di Lorenza perché abita i suoi spazi, le sue relazioni, il suo corpo, è il suo doppelgänger. All’eterogeneità dei brandelli di mondo che Lorenza ci consegna corrisponde un’eterogeneità di generi letterari sovrapposti, a costruire una coralità, più che coinvolgente, accerchiante.
Infine, un plauso all’editore Miraggi per aver accettato la sfida rifiutata da molti editori: quello di pubblicare un libro complesso, lacerante, sfrontato, la voce, forte perché impossibile da ingabbiare in matrici facili da commercializzare, di una donna.
Il buon auspicio
Lorenza Ronzano
Miraggi, 541 pp., 26 euro
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