una fogliata di libri
I simulacri
La recensione del libro di Philip K. Dick edito da Mondadori (288 pp., 14,50 euro)
Con un’operazione meritoria, Mondadori sta ripubblicando tutti i romanzi di Philip K. Dick nella collana Oscar Fantastica, con le cover design di Rodrigo Corral e Alex Merto. I simulacri, scritto nel 1964 e tradotto da Maurizio Nati, è ambientato a metà del Ventunesimo secolo in una società matriarcale. E’ la first lady a governare a vita, mentre il presidente eletto (Der Alte, il vecchio) è privo di poteri.
All’interno di una versione alterata e indebolita degli Stati Uniti – in contrapposizione all’Impero francese, alla Repubblica popolare cinese e all’Africa (nera) libera, col comunismo relegato alla sola Polonia – la vicenda si ramifica in una serie di sottotrame. Sotto il governo della first lady Nicole Thibodeau, carismatica come Evita Perón e fisicamente simile a Jackie Kennedy, i cittadini sono divisi un due categorie: quelli di serie Be, cioè all’oscuro dei segreti del paese, e quelli di serie Ge, detentori dei segreti e delle trame. Il presidente è un androide, ma i cittadini non lo sanno. Esiste un unico partito e tutti devono farne parte. La psicoanalisi è stata bandita in favore delle terapie farmacologiche, a vantaggio di una grossa industria farmaceutica tedesca. Unica eccezione, il dr. Egon Superb, autorizzato a continuare la pratica a patto di accettare nuovi pazienti e di non interrompere in nessun caso la terapia, nemmeno in caso di guarigione. Richard Kongrosian è un pianista sovietico che suona senza toccare i tasti, inseguito da due discografici incaricati di fare una registrazione per la Casa Bianca, rifiuta di incontrare chiunque perché convinto di emanare un pessimo odore.
Dick racconta un mondo cupo, in cui l’apparente normalità stride con l’infinità di regole e restrizioni. Il sogno americano è ridotto alla semplice scalata sociale per poter godere di un lavoro fisso e strapagato ma il terrore del comunismo, la Guerra fredda e il sospetto aleggiano tra le pagine di questo gioiello postmodernista: del resto, chi non supera un semplice questionario rischia di perdere tutto.
I simulacri riprende i temi cari a Dick, condensati in una trama fittissima, fra cospirazioni, segreti che nascondono altri segreti, tecnologia, autoritarismo, totalitarismo e lo spettro del nazismo. Visionario, follee divertente, Philip Dick dà voce all’insoddisfazione dei personaggi, persi in un mondo in cui non si riconoscono più.
Philip K. Dick
I simulacri
Mondadori, 288 pp., 14,50 euro
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