Una fogliata di libri
L'età della meraviglia
La recensione del libro di Richard Holmes, edito da Orville Press, 688 pp., 30 euro
William Herschel, nato nel 1738 in Germania, si distinse in Inghilterra come interprete per oboe e violino prima di iniziare a studiare astronomia da autodidatta, a costruire i più apprezzati telescopi dell’epoca e a scoprire il pianeta Urano. Humphry Davy, nato nel 1778, passa da Omero e Milton a decisive scoperte nella chimica, scienza che stava mutando in maniera decisiva le conoscenze sul mondo. Il botanico Joseph Banks, nato nel 1743, dopo aver lasciato Oxford si imbarca con James Cook nella celebre e avventurosa spedizione che toccò Tahiti e l’Oceania, prima di diventare, come presidente della Royal Society, una sorta di Virgilio della scienza inglese. Questi sono solo alcuni dei protagonisti del libro di Richard Holmes, studioso dei poeti romantici e delle loro vite, che si arricchisce di molti altri personaggi (come Vincenzo Lunardi, italiano a Londra, funambolo dei viaggi in mongolfiera, personificazione del desiderio umano di volare), tutti accomunati dalla stessa capacità di stupirsi davanti al mondo. In questa “età della meraviglia”, approssimativamente tra il giro del mondo di Cook nel 1768 e il viaggio di Darwin alle Galápagos nel 1831, indagata da Holmes tentando di afferrare l’impatto “sui cuori oltre che sulle menti”, scienziati, scrittori, artisti e viaggiatori sono uniti dal sentimento di meraviglia che scaturisce dalle scoperte effettuate in prima persona, immaginario punto di incontro tra la soggettività dell’io romantico e l’oggettività della scienza. L’età della meraviglia ricostruisce quindi l’epoca della scienza romantica, che precede l’età vittoriana e la nascita della scienza come professione, attraverso le vite dei suoi protagonisti, nella convinzione che la prospettiva biografica adottata, precisa e visionaria, esatta e romanzesca, figuri come strumento decisivo per esplorare la scienza, e la sua relazione con altri campi, in modo nuovo. Questo è uno dei nodi nevralgici del saggio di Holmes che ridimensiona i contorni del mito romantico che vuole una separazione netta tra letteratura e scienza e invita a ripensare, anche in chiave contemporanea, il rapporto tra cultura umanistica e scientifica. D’altronde già Platone sottolineava come il concetto di meraviglia fosse centrale per la nascita di ogni tipo di pensiero (“Con la meraviglia ha inizio tutta la filosofia”) e le storie raccontate da Holmes suscitano nel lettore, rapito e affascinato dai desideri e i pensieri di questi straordinari sognatori, la stessa emozione.
Richard Holmes
Orville Press, 688 pp., 30 euro
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