Una fogliata di libri
Corpi estranei
La recensione del libro di Pier Paolo Giannubilo. Rizzoli, 264 pp., 13 euro
Si trattava di intervistare un uomo uscito in carne e ossa dalle tenebre del Medioevo, uscito dai più sozzi e crudeli ludibri dell’epoca nera, uscito da una investitura di mistero e di morte, uscito fumigante ma ancora vivo dalla pentola del demonio”. A scrivere è Dino Buzzati. Ortona, 1965. La storia del bambino feticcio. Come ebbe a giudicarla Carlo Bo, la forza giornalistica di Buzzati era la capacità di sciogliere “tutto con il miracolo della poesia”. Pier Paolo Giannubilo sembra compiere un’operazione contraria. Tutto, in Corpi estranei, si scioglie con l’incubo della narrativa. La storia è la stessa di Buzzati, letta casualmente prima della stesura del romanzo. Rimasto folgorato, Giannubilo inizia a indagare e scopre che il “bambino feticcio” era il padre di un suo amico abruzzese. Lui, molisano senza quasi storia letteraria (sarà lui, in un’intervista a dirlo e, quindi, palesando l’impossibilità di una nouvelle vague regionale), diventata lo strumento privilegiato di una notizia che, prima di lui, colpì il re della nera. Ma con un movimento opposto rispetto a quello della poesia. Un movimento che andava dall’incanto della lettura del lungo resoconto di Buzzati alla nuda verità.
Così sbaglia chi crede che Corpi estranei, la storia vera di un uomo vittima della stregoneria e del folklore di sua nonna, innamorata dello zio, abbia i contorni di una favola, di un incanto che spiega. Al massimo si tratta di un incanto spiegato, di un racconto inimmaginabile reso a parole. Una vicenda che perseguitò l’uomo per vent’anni, fino ai Settanta, e di cui i suoi stessi figli non erano a conoscenza. Qualcosa che ricorda Storia di neve di Mauro Corona, un unicum che trova nel libro di Giannubilo, uscito una prima volta nel 2008, un controcanto, una storia vera in grado di mettere in scena lo stesso misticismo popolare, talvolta violento, che lo scrittore friulano costruì intorno a una bambina (e a un inferno dantesco, ma fatto di ghiaccio). Corpi estranei è un romanzo in cui la cronaca si presta tanto come plot che come necessario viatico narrativo. Chi racconta lo fa con gli occhi del reporter, anche se con la lingua dello scrittore. Questa diade si era già mostrata feconda (pensiamo al capolavoro di Capote, A sangue freddo) e torna dietro le quinte nel lavorio di alcuni scrittori italiani come Di Paolo. A quindici anni di distanza dalla prima uscita possiamo tornare a fare esperienza di uno dei risultati notevoli di tale contaminazione.
Corpi estranei
Pier Paolo Giannubilo
Rizzoli, 264 pp., 13 euro
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