Una fogliata di libri

Storia del mondo antico in 25 esplorazioni

Roberto Persico

La recensione del libro di Marcello Valente edito da il Saggiatore (448 pp., 26 euro)

Un passo della cronaca cinese nota come “Libro degli Han posteriori” riferisce che nel 166 d.C. la corte imperiale ricevette la visita di un’ambasceria del sovrano di Da Qin, Antun. Da Qin è il termine con cui i cinesi indicavano l’Impero romano, e “Antun” è un evidente riferimento a Marco Aurelio Antonino, che all’epoca sedeva sul trono di Roma. Fatto salvo che probabilmente non si trattava di una vera ambasciata, bensì di una spedizione commerciale che cercava di ottenere maggior credito spacciandosi per legazione ufficiale, gli studiosi ritengono il documento affidabile, e lo accettano come prova dei contatti fra Roma e il Celeste Impero. Più controverso il brano delle “Storie” in cui Erodoto riferisce di una spedizione fenicia che avrebbe circumnavigato l’Africa, scendendo lungo il Mar Rosso e la costa orientale del continente per rientrare nel Mediterraneo da Gibilterra. L’argomento più forte a favore dell’attendibilità del racconto è la notazione che “durante il periplo dell’Africa ebbero il sole a destra”: un dato che può venire solo dall’esperienza, perché in contraddizione con le credenze geografiche del tempo, tanto che lo stesso Erodoto dice di non crederci. Scarsa fiducia ha raccolto anche Pitea di Massalia, uno dei primi mediterranei ad avventurarsi nel Mare del Nord, la cui descrizione del sole di mezzanotte ha suscitato il feroce scetticismo di autori come Polibio e Strabone, salvo essere rivalutato in epoche successive.
E così via. Le pagine di Valente, docente di Storia greca all’Università del Piemonte orientale, ripercorrono gli itinerari dei mercanti, dei soldati, degli esploratori che nei secoli antichi hanno cercato di rispondere alle domande sul mondo che nascevano sulle sponde del Mediterraneo: dove sgorga il Nilo? Da dove arrivano l’ambra, lo stagno, la seta? Fin dove si estende l’Asia? Dove sono i “luoghi disabitati e pieni di alghe e di giunchi nei cui pressi si trova una quantità enorme di tonni” (così lo pseudo Aristotele) di cui sono ghiotti i cartaginesi? E lungo queste rotte a sua volta Valente compie il suo percorso di esplorazione tra le fonti, confrontando i racconti, vagliandone l’attendibilità, provando a sciogliere le contraddizioni, cercando di individuare i punti di un planisfero moderno in cui si possano collocare luoghi dai nomi favolosi come Tule, la Torre di Pietra, l’isola di Taprobane. Un viaggio da cui emerge che gli antichi avevano un’immagine del mondo più ampia e articolata di come tante volte pensiamo.

 

Marcello Valente
Storia del mondo antico in 25 esplorazioni
il Saggiatore, 448 pp., 26 euro

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