una fogliata di libri
Degli amanti non degli eroi
La recensione del libro di Daniele Mencarelli edito da Mondadori (200 pp., 18 euro)
Dopo aver ampiamente convinto pubblico e critica con i suoi romanzi autobiografici e non, Daniele Mencarelli ritorna al primo amore, la poesia, con la sua cifra inconfondibile che ha saputo dare voce agli abbandonati, agli inascoltati, agli insalvabili, sempre tendendo la mano al centro di gravità storto dell'Altro. Nel nuovo libro raccoglie due poemetti, “Storia d’amore” e “Lux Hotel”, che rappresentano rispettivamente il passato e il futuro del suo percorso poetico (il primo, qui con qualche modifica, era già apparso per Lietocolle nel 2015 e il secondo è qui presentato per la prima volta ai suoi lettori).
Nel primo l’autore fa i conti con una storia “di tanti, di nessuno” nella quale il sedicenne protagonista, Gabriele, muovendosi in una provincia feroce, simbolo di una generazione persa nei drammi della droga e dell’alcool, compie la sua personale educazione sentimentale attraverso un amore bruciante e assoluto per Anna, che diventa strumento di salvazione e anche passaggio simbolico per un Tu più alto, in un itinerario teso alla ricerca di un senso più profondo nel reale e alla prefigurazione di un mistero che attraverso il sentimento del dolore e una fortissima brama di vita alla fine può redimere persino dalla morte. Il secondo poemetto, invece, sempre seguendo una linea prettamente narrativa, inscena lo smascheramento di tre eroi nazionali attraverso una cupa partita a poker in un hotel raccontata da un portiere notturno che si fa testimone a poco a poco del sotteso rovesciamento della retorica trionfalistica e non risparmia, nell’epilogo, il volto più atroce della violenza e quello più “autentico” dell’apparenza. In entrambe le storie la poesia di Mencarelli, perseguendo un’autentica aderenza al reale e una vocazione innata e abilissima alla narrazione, rivela di essere una poesia sostanzialmente testimoniale e per certi versi anche politica, civile, riuscendo nell’impresa di assommare nella sua voce una coralità assetata di bellezza nonostante sia mossa da una lotta furiosa e smisurata – un vero corpo a corpo – con se stessa. Questi versi diventano quindi una traccia per percorrere le storture della vita in senso lato e sporcarsi le mani in particolare con ciò che più vi è di autodistruttivo in una dipendenza o in un eroismo tipicamente guerresco e maschile, non rinunciando, allo stesso tempo, a celebrare “chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno”, come ha scritto Calvino.
Daniele Mencarelli
Degli amanti non degli eroi
Mondadori, 200 pp., 18 euro