Una fogliata di libri
Tutte le opere di Sinesio di Cirene
La recensione dell'opera omnia di Sinesio di Cirene edito da Bompiani, 912 pp., 60 euro
Personalità poliedrica – fu filosofo, diplomatico, capo militare e vescovo –, Sinesio nacque intorno al 370 a Cirene, importante città, prima greca e poi romana, situata nell’odierna Libia nord orientale. Ad Alessandria fu allievo della celebre filosofa pagana e neoplatonica Ipazia, alla quale rimase legato per tutta la vita. Dopo aver compiuto alcuni viaggi, tra i quali uno ad Atene, che trovò in piena decadenza e lo deluse profondamente, e aver soggiornato a Costantinopoli, ove si era recato in qualità di latore di alcune richieste all’imperatore Arcadio, fece ritorno in Africa. Qui, tra il 410 e 411, divenne vescovo di Tolemaide, non lontano da Cirene, e circa due anni più tardi morì. “Sinesio – scrive Francesco Monticini nell’ottima, ampia Introduzione – pose la filosofia al centro della propria esistenza. Fu felice solo quando ebbe la possibilità di dedicarvisi a tempo pieno, libero da impegni politici, militari, religiosi”. La tradizione filosofica a cui Sinesio guardò con grande ammirazione fu quella neoplatonica, che non rinnegò mai, neppure dopo la consacrazione episcopale. D’altro canto, egli visse in un’epoca in cui ebbero larga diffusione posizioni eclettiche e sincretistiche e, come annota il curatore, “nella personalità del nostro autore, allora, non vi fu alcun contrasto tra l’adesione al cristianesimo e l’iniziazione a quei misteri esoterici pagani cui, nella sua opera, abbondano i riferimenti”. Inoltre, non v’è dubbio che le dottrine neoplatoniche e la rivelazione cristiana presentassero vari punti di contatto, soprattutto per ciò che concerne la trascendenza di Dio e il rapporto fra anima e corpo, interpretato in chiave decisamente dicotomica. Fedele alla concezione platonica che descrive il filosofo come un uomo illuminato e assai critico nei riguardi delle credenze del volgo, Sinesio fu fieramente avverso alla “superstitio”. Di lui ci restano centocinquantasei lettere, alcune operette in prosa e, fra gli scritti poetici, nove inni. Si tratta di un “corpus” certamente non paragonabile a quello dei grandi maestri dell’antichità, quali Platone e Aristotele, ma esso ha lasciato una traccia sicuramente significativa, in particolare apportando un rilevante contributo all’incontro fra neoplatonismo e cristianesimo. Di queste due dottrine, che professò con uguale convinzione, Sinesio apprezzò vivamente il grande appello all’elevazione verso la trascendenza, che in lui si concretizzò in un atteggiamento decisamente elitario.
Sinesio di Cirene
Tutte le opere
Bompiani, 912 pp., 60 euro
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