una fogliata di libri
Kafka. I primi anni
La recensione del libro di Reiner Stach, il Saggiatore, 700 pp., 45 euro
Comincia finalmente a uscire anche in Italia, a qualche lustro dalla pubblicazione in Germania, quella che nel mondo di lingua tedesca è ormai considerata la biografia definitiva di Franz Kafka (per amore di dettaglio, il presente volume, primo di una trilogia, fu l’ultimo a vedere la luce, nel 2014; il secondo e il terzo, che il Saggiatore annuncia in arrivo a breve, risalgono rispettivamente al 2002 e al 2008). Certo, in questo campo di davvero “definitivo” non c’è niente, nuove scoperte sono sempre possibili; però intanto per chi voglia entrare nella vita e nel mondo dello scrittore praghese l’opera di Stach è una pietra miliare e un riferimento imprescindibile.
Con garbato understatement, nell’introduzione Stach dichiara che ogni biografia non può essere altro che “una sintesi di altre sintesi”; in realtà, nel suo lavoro c’è molto di più, perché Stach ha setacciato sistematicamente tutte le fonti d’archivio disponibili, non escluse alcune, come il lascito di Felice Bauer, scoperte da lui stesso nel corso della ricerca. Con tutto ciò, le lacune rimangono vaste: “Ci sono mesi interi nella vita di Kafka per i quali non abbiamo alcun documento, dove si fa buio sul fiume delle informazioni”. In questi casi l’autore “rinuncia a ricamare su ciò che è perduto: tutti i dettagli sono documentati: non si inventa niente”. In compenso, per aiutare il lettore a entrare nell’animo di Kafka, Stach ricorre ampiamente a tutto quel che sappiamo sul mondo in cui viveva. Così, molto spazio è dedicato alle origini della sua famiglia; all’attività commerciale e alla mentalità del padre e al ruolo della madre e della parentela; al clima sociale e politico della Boemia sul volgere del secolo, con le sue tensioni nazionalistiche che contrappongono cechi e tedeschi, a volte in modo drammatico; alla precaria condizione degli ebrei, sempre in bilico fra integrazione ed emarginazione; al sistema scolastico che il giovane Franz attraversa, col cuore continuamente stretto dal timore di non essere adeguato alle severe – e non di rado ottuse – richieste dei suoi insegnanti; ai dibattiti culturali cui Kafka universitario partecipa con distacco critico; al mondo del lavoro in cui il “dottor Kafka” muove i suoi primi passi. E gli echi che di queste esperienze giovanili risuoneranno nelle opere della maturità sono suggeriti sempre con garbo: senza la pretesa di stabilire chissà quali nessi casuali, ma per aiutare il lettore a cogliere la ricchezza di spunti da cui i mirabolanti testi kafkiani sono nati.
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