Una Fogliata di libri - Overbooking
A salvare i librai sarà il lettore bendato?
Dai booktoker alle pagine Instagram, sembra ormai tramontato il mito della grande libreria coi commessi laureati, che guidano il cliente come altrettanti Virgilio
È finito sui giornali lo sfogo della mia amica libraia Cristina Di Canio, che gestisce la Scatola Lilla a Milano, in Porta Romana: ha messo in discussione la scelta di aprire una libreria indipendente, non tanto per le scarse vendite, quanto per il contrasto fra i bacini d’utenza potenziale ed effettivo. La Scatola Lilla fornisce online consigli per acquisti mirati, anche spediti a domicilio, tarandoli su specifiche richieste degli acquirenti. I quali tuttavia spesso non acquistano; incamerato il consiglio, svaniscono per timore di por mano al portafoglio, oppure comprano dalle major e sui portali.
Su Instagram la Scatola Lilla ha trentamila follower: se anche solo metà comprasse un libro all’anno, la libreria venderebbe trecento libri a settimana. La clientela online sembra invece avere ridotto i librai indipendenti a emuli dei booktoker che tanto piacciono a Robinson di Repubblica: gente che dispensa consigli per passare il tempo senza alcun ritorno, se non il piacere di rivedere la propria faccia sul display. Anche Daniele De Angelis, altro mio amico che gestisce la libreria Prosperi ad Ascoli Piceno, mi dice che è costume che i clienti arrivino, sfoglino, magari fotografino la copertina e vadano a comprare altrove.
O tutti i miei amici sono sfortunati, oppure è l’andazzo del nostro mercato libraio. Sembra infatti tramontato il mito della grande libreria coi commessi laureati, che guidano il cliente come altrettanti Virgilio; alla piccola libreria indipendente spetta il compito di effettuare una necessaria selezione in un catalogo soverchiante (da Prosperi trovate solo piccole case editrici), dando un taglio che consenta al cliente di scoprire ciò che non si aspetta ma che gli piacerà. È un lavoro, quindi va pagato. Dopo l’appello Cristina ha ricevuto una caterva di ordini, speriamo con effetto duraturo. Daniele si è spinto intanto a un esperimento estremo: impacchettare libri da vendersi come consigli del libraio, senza alcun indizio che consenta di identificarli. La gente compra, ridotta al riconoscimento dell’essenziale ruolo di guida di chi ne sa di più; alla fine, magari, a salvare i librai sarà il lettore bendato.