Sulle strade di mio padre
La recensione del libro di José Henrique Bortoluci, Iperborea, 192 pp., 18 euro
Come si racconta la vita di un uomo comune, un padre, attraverso lo sguardo e la voce di un figlio? Se lo domanda José Henrique Bortoluci, che traccia una risposta nel suo libro Sulle strade di mio padre, edito da Iperborea. E’ la storia di un eroe dimenticato quella di José Bortoluci, brasiliano, nato nel 1943 a Campinho: cattolico, autista di camion, tifoso del Palmeiras, ottimo cuoco, cardiopatico e attualmente paziente oncologico. Bortoluci-figlio racconta la sua vita in un libro che diventa una testimonianza toccante, un’indagine intima sulla storia della sua famiglia e che si intreccia indissolubilmente con quella del paese. La vita di Bortoluci-padre è stata una vita di lavoro, nel Brasile degli anni Settanta dove il “peccato più grave era la pigrizia”: dai campi all’officina, fino ad arrivare alla speranza di crescere economicamente facendo il camionista. Ma se ogni speranza ha un prezzo, Bortoluci-padre l’ha pagato con la sua stessa esistenza: “Dopo cinquant’anni di camion, di strada, posso dirlo senza esagerare: il camionista è un eroe dimenticato. E’ maltrattato, disprezzato. A parte te, nessuno ti dà importanza, nessuno. Non si rendono conto di che significa alzarsi alle due di notte, tirare le undici e mezzo, mezzanotte, magari senza mangiare, correre il rischio di lasciarci la pelle per un incidente, di essere rapinati, non si capisce quant’è dura stare lontano dalla famiglia”. Bortoluci-figlio diventa un Telemaco contemporaneo cresciuto in attesa di suo padre e con questo libro porge l’ascolto alle sue storie, ai suoi ricordi e al suo sguardo sul mondo che ha percorso per interminabili chilometri. Ogni riga diventa un ponte che satura la distanza tra il tempo lento del presente e il passato che non si può raggiungere, ma solo raccontare. “Scrivo in mezzo a due devastazioni. Una è quella che colpisce il corpo di mio padre. L’altra è collettiva, nazionale. Ci circonda, ci inghiotte, ci soffoca”, scrive l’autore. Le cicatrici sul corpo di suo padre sono come le strade che ha percorso attraversando il paese dove è diventato, a sue spese, un mero tassello del progresso. Tra la dittatura militare, il capitalismo, le catastrofi umane e ambientali, Bortoluci padre e figlio raccontano uno spaccato di storia da un punto di vista totalmente umano, sincero, attuale. Il libro diventa così un’epica sentimentale dove non ci sono Ulissi né Penelopi e non c’è tempo per disfare nessuna tela, ma solo per tessere una vita con parole nuove.
Sulle strade di mio padre
José Henrique Bortoluci
Iperborea, 192 pp., 18 euro
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