Una fogliata di libri

Eredità ed Estinzione

Riccardo Bravi

La recensione del nuovo libro di Giovanna Frene, Donzelli, 128 pp., 15 euro

È la Storia la grande protagonista di questa nuova raccolta di Giovanna Frene, nella sua potenza e nel suo inabissarsi. E non poteva esserci miglior titolo di Eredità ed Estinzione da poter dare a questo libro potente e visionario, costruito su una intelaiatura concettuale fitta e colma di molteplici significati. Tra rievocazioni storiche e descrizioni in calce di battaglie, è la voce fuori campo della poetessa a orientare il lettore verso le differenti interpretazioni che si danno nella silloge, talvolta prese a prestito dalla propria genealogia familiare, e rimodellate utilizzando svariate letture.

Ad esempio, “Cenere e tenebra” è dedicata al nonno Francesco, zappatore del VII Alpini, IV Armata, poi “Armata del Grappa”, ed è un componimento molto suggestivo, composto anche in dialetto veneto, che porta in epigrafe una citazione di Seamus Heaney tratta dalla famosa raccolta Digging: “But I have no spade to follow men like them”. In versi come questi “anche tu, resti vivo al buio, tu che zappi la terra come fosse un campo / e non per una guerra, non fare mai più una trincea di budella piene di sangue: / metti giù il piccone, non scavarmi in anticipo la fossa, / adesso prendo questa cenere e la depongo in una tazza con un po’ d’acqua” trapela una denuncia sociale contro la guerra simboleggiata da un altro significato del verbo “zappare”: non quello di scavare delle trincee per bloccare l’avvicinamento del nemico, come erano soliti fare i soldati del Genio militare durante la Grande Guerra, ma quello di comprendere la storia e di non ripeterla “scavando” minuziosamente all’interno delle cause e delle conseguenze che hanno permesso lo svolgersi dei vari fatti storici dall’Antichità a oggi.

La raccolta infatti spazia dal mondo romano al secondo Novecento, quando i crimini contro l’umanità perpetrati da Slobodan Miloševic facevano l’attenzione del mondo, attraverso rimandi e allegorie, citazioni di saggi e dediche disparate, il tutto modellato da una lingua sapiente, mai banale, allo stesso tempo narrativa e lirica. In questa estetica in cui “tutto il passato / è la visione del presente come se dovesse ancora accadere” si mescolano le premonizioni al destino, il Bene al Male, la catarsi alla Ragione, l’eredità biologica all’estinzione dei Grandi Imperi che hanno segnato la memoria degli uomini, le guerre che ancora scombussolano lo status quo, quelle per cui si vive “attentamente in perenne mobilitazione, anzi / pensare finalmente ad un’eredità biologica senz’altro fondamento / dove un riformato non riformi mai davvero il mondo, ma solo sempre lo finisca”. 

   

Eredità ed Estinzione
Giovanna Frene
Donzelli, 128 pp., 15 euro

Di più su questi argomenti: