Profitto
La recensione del libro di William Magnuson, il Saggiatore, 500 pp., 34 euro
William Magnuson, docente di Diritto d’impresa alla Texas A&M School of Law e columnist per svariate grandi testate americane, lo dichiara in apertura: “Questo libro racconta la storia delle grandi aziende e delle persone che ci sono dietro, dagli azionisti che le finanziano ai dirigenti che le gestiscono, fino ai dipendenti che le fanno funzionare”. E in effetti Profitto è una cavalcata nei secoli che ci fa incontrare persone in carne e ossa, con le loro straordinarie intuizioni e con le loro incredibili piccinerie, dalla societas publicanorum che salvò Roma al tempo della sconfitta di Canne fino a Facebook, passando per il Banco dei Medici, la Compagnia delle Indie, la Union Pacific, la Ford, la Exxon, la KKR&Co.
In questa bimillenaria avventura, Magnuson individua una tipica costante: “Lo scopo delle grandi aziende è, ed è sempre stato, promuovere il bene comune. Ma questo non significa che esse finiscano per farlo effettivamente”. Così “le societates che avevano il compito di riscuotere le tasse per lo stato finirono per schiavizzare le popolazioni soggette e corrompere il senato; il Banco dei Medici usò il patrimonio ella banca per finanziare ambizioni personali; la Compagnia delle Indie orientali coinvolse la corona inglese in conflitti ai quattro angoli del mondo”; la Exxon è stata un fattore decisivo per la vittoria degli Alleati nelle due guerre mondiali e ha permesso all’occidente di superare lo shock petrolifero del 1973, ma quando i suoi interessi lo richiedono non esita ad appoggiare governi autoritari e a infischiarsene delle conseguenze delle sue azioni sull’ambiente; e così via.
Questo vuol dire che le grandi aziende sono per loro natura negative? “A mio parere la risposta è no. La grande azienda, nella sua essenza, è una dimostrazione del potere della cooperazione, della forza di tanti individui che operano insieme verso uno scopo comune. Ogni grande azienda che abbiamo incontrato ha creato un modo nuovo per organizzare l’industriosità umana: la responsabilità limitata, il capitale azionario, la produzione in serie. Ma una volta che queste innovazioni hanno preso slancio sono emersi corruzione e abusi. Quando la società, alla fine, si è resa conto fino in fondo dell’ampiezza di questi abusi, la legge e la politica si sono evolute per correggerli. Questa dinamica – innovazione, sfruttamento, riforma – si è ripetuta più volte nella storia. La mia speranza è che si possa riscoprire la visione della grande azienda come motore per il bene comune”.
Profitto
William Magnuson
il Saggiatore, 500 pp., 34 euro
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