Una fogliata di libri - Overbooking
Il fondamentale diritto dello scrittore di inventarsi ciò che gli pare
"You are here" di David Nicholls ha il duplice intento di metterci in guardia sul modo in cui ci approcciamo ai romanzi, chiedendo anche ai lettori di fidarsi riguardo le informazioni riportate
Durante un festival letterario nel Galles, David Nicholls ha ammonito i lettori, dicendo loro di non visitare i luoghi in cui ha ambientato il nuovo romanzo, se non altro perché non esistono: se li è inventati tutti. Poiché You are here è già tradotto in italiano ("Tu sei qui”, ne scriviamo qui sopra), ritengo opportuno estendere l’avvertenza anche ai suoi lettori nostrani, che magari in questo momento stanno prendendo un aereo per andare a controllare se davvero il tale luogo si trovi al tale indirizzo.
David Nicholls non è impazzito: pare che i fan avessero invece dato vita a un piccolo movimento turistico per il pellegrinaggio sulle location della serie Netflix tratta da One Day (alla cui ruota è uscita quest’anno la nuova edizione italiana di Un giorno, Beat, 484 pp., 15 euro€). In una civiltà attenta alle controindicazioni giuridiche come quella britannica – dove sui sacchetti di plastica è raccomandato di non utilizzarli per soffocarsi e le confezioni di pesce surgelato mettono le mani avanti con “può contenere pesce” – forse Nicholls ha preferito porsi al riparo dall’evenienza che qualche pugnace lettore gli rinfacci l’inaffidabilità delle indicazioni logistiche. Di certo però Nicholls ha voluto anche metterci in guardia riguardo al modo in cui leggiamo i romanzi: non più come scrigno dell’immaginario e dell’incredibile bensì come dotati di valore in quanto veicolo di dati reali, col “tratto da una storia vera” e quanto può aiutarci a sospendere l’incredulità. Indirizzi e location rientrano in questa tendenza, da cui deriva un effetto-vero che sa di Tuttocittà o di navigatore satellitare (su questa falsariga: “Con in mente il sorriso di sua moglie, svoltò a destra in via Settembrini”); del resto è noto che E. L. James ha ambientato Cinquanta sfumature di grigio a Seattle senza esserci mai stata, compulsando capillarmente Google Earth e Street View e forse inducendo orde di aspiranti dominatori e schiave sadomaso ad aggirarsi lubrici lungo strade del tutto innocenti.
Col dirci di non controllare gli indirizzi sul romanzo, Nicholls rivendica il fondamentale diritto dello scrittore: inventare ciò che gli pare e lasciare che i lettori si fidino.