UNA FOGLIATA DI LIBRI
Bagai
La recensione del libro di Samuele Cornalba edito da Einaudi, 184 pp., 16,50 euro
La collana “Unici” di Einaudi si sta rivelando sempre più sinonimo di esordi sorprendenti. Samuele Cornalba ha poco più di vent’anni e il suo romanzo entra di diritto nella nostra letteratura con un dettato e una lingua assolutamente originali e riconoscibili. Basta leggere il potente incipit: “La mattina del 5 febbraio 2007 Elia grida a sua madre che la sciarpa che gli ha regalato fa schifo, e la madre di Elia muore” e la mente corre subito a come iniziava uno dei romanzi più importanti di sempre come Lo straniero di Albert Camus. E in fondo il tema sembra essere piuttosto simile, una certa indifferenza verso la vita e il mondo che Elia, diciott’anni, indossa come un’armatura insieme a una ferita originale che sembra insanabile e che solo la rotella del suo Zippo, come un amuleto ricorrente, riesce a calmare. Elia è un bagai, così come sono chiamati i ragazzi di Pandino, “bagai – lo sanno anche loro, che di dialetto ne masticano poco – è invariabile. Bagai è lui, bagai è Andrea, bagai sono i ragazzi (…) della provincia, quelli a cui sono cancellati futuro e ricordi, quelli che corrono senza una direzione, che scappano da un mondo incendiato”.
Pandino che è un microcosmo capace come un gorgo di inghiottire tutte le aspirazioni, i sogni, il fuoco che Elia tuttavia sembra non sentire più ardere dentro di sé, Pandino che “con appena quindicimila abitanti, ha quindici bar, dieci parrucchieri, cinque pizzerie, due santuari, e neanche una libreria”, Pandino che attornia con le sue spire Elia in una quasi-vita, in una sorta di limbo schermato in cui niente sembra scuoterlo davvero e anche il rapporto con gli amici è vissuto passivamente come se il suo corpo fosse in loro compagnia, ma la mente in un altrove doloroso che nessuno può raggiungere, un altrove di cui solo lui possiede le chiavi e nemmeno lo ha indagato totalmente. Ma poi arriva Camilla e tra gli scaffali di una libreria, gli ultimi giorni prima della maturità e il passato che ritorna questa volta per essere risanato, il fuoco torna ad accendersi, Elia compie la sua educazione sentimentale con tanto di riti di passaggio che lo portano finalmente ad attraversare quello squarcio sepolto e a dargli un nome, una forma. Con una scrittura feroce eppure controllata, con una lingua ricca di metafore fulminanti, con una padronanza dei dialoghi disarmante, Cornalba scrive la sua versione del Giovane Holden e rende memorabile persino una città di provincia che come fosse un corpo da vivisezionare attraversa mirabilmente nelle luci e nelle ombre senza risparmiarsi mai, offrendo un ritratto autentico di cosa significa essere giovani oggi. Un romanzo scritto in stato di grazia, l’esplosione di una voce che spara i suoi colpi al lettore precisa come un cecchino.
Samuele Cornalba
Bagai
Einaudi, 184 pp., 16,50 euro