Gli incommensurabili

Giacomo Giossi

La recensione del libro di Raphaela Edelbauer, Rizzoli, 312 pp., 19 euro

Romanzo colto e raffinato, Gli incommensurabili (Rizzoli) di Raphaela Edelbauer nella traduzione di Manuela Francescon, conferma un’autrice solida e visionaria capace di un’attenta ricostruzione storica segnata da un gusto preciso e storicamente avvertito che s’innesta fortemente in una contemporaneità potente data da personaggi credibili nelle loro vicende sentimentali quali elementi fluidi di un tempo che dall’inizio del Novecento ci porta direttamente al nostro presente. Un incrocio sorprendente che riprende i movimenti romantici (evitandone il kitsch) di Via col vento di Margaret Mitchell immerso però, in questo caso, in una storia tutta mitteleuropea. Siamo in un fine luglio del 1914, la Grande guerra è alle porte e Vienna in una forma di assurda euforia vede esplodere quel che resta di una visione imperiale che fu anche il frutto di un disegno politico consapevole e capace di contenere e includere e che si vede invece all’alba del Novecento trasformarsi in un pensiero tanto antiquato ai tempi quanto considerato ormai superfluo. Vienna diviene così all’interno di tutta la dinamica narrativa de Gli incommensurabili un luogo emotivo, una città in movimento che degrada pagina dopo pagina sotto i colpi di una sconfitta che è prima di ogni altra cosa una sconfitta “di visione”. La perdita di uno spazio politico che si riflette nei destini dei personaggi che affollano come un’onda carsica le pagine di un romanzo  potente e per certi versi non poco attuale. Infatti, sotto la patina dei movimenti emotivi di Hans, Klara e Adam, Raphaela Edelbauer disegna una crisi dell’occidente solo apparentemente languida, ma in verità vergata da una ferocia autodistruttiva che si paleserà con due guerre che da lì a pochi anni  cambieranno per sempre gli equilibri del mondo e dell’Europa. Una crisi che si muove parallelamente con i destini dei personaggi in uno scivolamento tanto ineluttabile quando disperatamente inconsapevole. L’autrice muove con equilibrio l’intreccio narrativo, accompagnando il lettore attraverso godibili digressioni in uno spazio-tempo inedito come se la nostra contemporaneità si mischiasse con quel tempo lontano un secolo eppure fortemente aderente a noi, alle nostre dinamiche politiche, ma anche a quelle emotive. Un’aderenza dentro cui rispecchiarsi, ma anche attraverso cui cogliere i pericoli in corso che potrebbero allora come oggi far cambiare radicalmente destino al mondo. Un richiamo che non è mai vergato da alcuna sterile forma didascalica, ma che anzi mantiene viva la forza di un affresco storico affascinante. 

 

Gli incommensurabili
Raphaela Edelbauer
Rizzoli, 312 pp., 19 euro