Una fogliata di libri

Nicholas Nickleby

Riccardo Canaletti

La recensione del libro di Charles Dickens edito da Mattioli 1885, 1.016 pp., 28 euro 

Nicholas Nickleby non è il maggiore dei romanzi di Dickens. E’ il terzo, dopo Il Circolo Picwick e Oliver Twist, e ora si inserisce nel grande progetto avviato da Mattioli 1885, che punta a tradurre nuovamente la sua intera opera. Non essendo tra i suoi principali romanzi, né di certo il migliore, N.N. ha tutte le qualità per poter essere un oggetto di studio che permetta di vedere allo stesso tempo il genio e lo schematismo di uno dei più grandi autori di sempre. Il limite del genio di Dickens, si potrebbe dire, è la sua forte volontà di denuncia sociale, sempre degnamente mascherata da uno stile e una penna che non hanno ancora paragoni. N.N. è un libro diviso in diciannove puntate (poi raccolte insieme). E la cosa interessante è che avrebbe potuto essere un miglior libro, anche se non un romanzo, se solo si fosse fermato ai primi due capitoli, quelli in cui non si parla mai del giovane protagonista, vittima in tutto il libro della crudeltà dello zio Ralph. Nei due capitoli, cioè, che costituiscono l’antefatto della storia e in cui l’abilità di Dickens non si incarta eccessivamente con i temi sociali così smaccatamente ostentati, a tal punto da rendere del tutto secondaria, ingiustificatamente per un libro tanto lungo e commerciale, la storia. 

Nicholas Nickleby è il figlio di un uomo che perde tutto sbagliando investimento, dopo aver tentato la strada percorsa dal fratello, Ralph, irrimediabilmente bravo e crudele tanto negli affari quanto nell’ambito degli affetti. Ralph sembra aver imparato la lezione dello zio, di cui erediterà il nome e parte della fortuna. E sarà a Ralph che la famiglia di Nicholas Nickleby dovrà rivolgersi nella speranza di sopravvivere. La storia finisce qui, circa al terzo capitolo. Il resto è una serie interminabile di scene teatrali, che nulla aggiungono al valore letterario di Dickens. Ma nulla tolgono. Dickens ha dimestichezza, si direbbe, con le difficoltà reali delle famiglie incastrare in una Londra sempre più industrializzata. Tuttavia i suoi libri dimostrano un’altra forma di consapevolezza, che sovrasta completamente la sua coscienza sociale. Lo stile. Ecco spiegate le altre sedici puntate. N.N. aiuta a ridimensionare la portata della denuncia sociale di Dickens, poiché ne svela gli schemi e la povertà teologica propri dell’autore, che evita, per lo zio Ralph, qualsiasi possibilità di catarsi. Dunque, godersi N.N. significa prima di tutto essere disposti ad accettare i limiti della storia pur di fare esperienza ancora del talento acrobatico di Dickens. N.N. è anche un romanzo da ombrellone, per diciannove – o meno – sedute di abbronzatura e bagni. Visto così è un passaggio ineliminabile dell’esperienza di lettura dickensiana. Forse non la più duratura, ma di certo ugualmente piacevole. 

       

Charles Dickens
Nicholas Nickleby
Mattioli 1885, 1.016 pp., 28 euro 

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