Una fogliata di libri

Show and Biz. The market economy in TV series and popular culture (2000-2020)

Carlo Marsonet

La recensione del libro a cura di Maria Blanco e Alberto Mingardi edito da Bloomsbury Academic, 302 pp., 120,64 euro

Le opinioni comuni su un determinato fenomeno sono l’esito di precedenti interpretazioni sedimentatesi del fenomeno stesso. Dopo tutto, il passato viene filtrato attraverso testimonianze che ci giungono: e soprattutto in materia di fenomeni politico-sociali, le idee seguono certi pregiudizi ideologici. Nessuno dei viventi, ad esempio, ha esperito la rivoluzione industriale. Nondimeno, il filtro marxiano-marxista che va per la maggiore vuole che tale avvenimento, anziché aver levato dalla fame miriadi di persone, le abbia immiserite (economicamente e, ancor peggio, moralmente). Come se la ricchezza e la prosperità fossero le condizioni naturali del vivere umano, quando in realtà sono la povertà, la miseria, le carestie, le epidemie a costituire la situazione normale, ovvero ciò che ha caratterizzato l’intera storia umana. Eccezion fatta, per l’appunto, per quel breve, brevissimo periodo della storia in cui fa capolino un po’ di benessere: grazie a quello che comunemente, e negativamente, si suole etichettare come “capitalismo”. Lasciamo stare la parola in sé, che appunto è connotata ideologicamente, e si potrebbe sostituire con l’espressione “economia di mercato” (Deirdre McCloskey e Alberto Mingardi parlano di “innovismo”). Ma rimane il fatto che, quando la si pronuncia, come fosse un riflesso istintivo, essa si tira con sé le peggiori nefandezze. 

Questo è il risultato di un lungo processo. Certamente i libri di storia hanno la loro responsabilità: insegnando a un ragazzo che il fenomeno x costituisce il male assoluto, non ci si stupisca che quell’opinione rimanga incistata, almeno finché non vi sia qualcuno che provi a modificarla. Il libro curato da Blanco e Mingardi si propone di esaminare, prendendo a riferimento alcune note serie tv attraverso quindici saggi scritti da diversi studiosi, il pregiudizio anti capitalistico che trasuda nella cultura popolare. Il punto, notano i curatori, è che non sempre l’intento originario con cui un’idea viene gettata sul “mercato popolare” segue un filo lineare. Rimane però (l’interpretazione di) un fatto, difficile da sradicare per i motivi già detti: il capitalismo è colpevole di qualsiasi male. Molte serie tv, dunque, non fanno che veicolare questo messaggio. Lo si può contrastare aprendo gli occhi e leggendo qualche buon libro (oltre a questo): La guerra degli intellettuali al capitalismo di Alan Kahan, La mentalità anticapitalistica di Ludwig von Mises, Anatomia dell’anticapitalismo di Luciano Pellicani.

    

M. Blanco e A. Mingardi (a cura di)
Show and Biz. The market economy in TV series and popular culture (2000-2020)
Bloomsbury Academic, 302 pp., 120,64 euro
 

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