Una fogliata di libri

Il mare non aspetta

Massimo Morello

La recensione del libro di Valentina Fortichiari edito da Oligo, 112 pp., 13 euro

"Monti d’estate / sempre più mare in vista / ad ogni passo”. Sono versi di Kobayashi Issa, poeta e prete scintoista giapponese del XVIII secolo, secondo la tradizione della pittura paesaggistica cinese, definita “Shan Shui”, montagna e acqua. Nella pittura occidentale il tema è presente nelle tele impressioniste. Se dall’osservazione del paesaggio ti immergi, letteralmente, nello stesso paesaggio, c’è un’altra breve poesia che rende questa sensazione, “Non curo il vento che soffia e i colpi dell’onda / meglio che passeggiando in un giardino / oggi ho allargato il petto al respiro”. Intitolata “Nuotare, tratta dalla raccolta “Diecimila fiumi e mille montagne”, fu pubblicata nel 1957. L’autore era un nuotatore che l’anno precedente aveva attraversato il fiume Yang Tse: Mao Zedong.

Tante connessioni, impressioni e personaggi, compreso un curioso accenno al presidente Mao, appaiono parlando con Valentina Fortichiari, “nuotante”, nuotatrice viandante in “viaggi d’acqua, privilegiando l’estremo nord”. “Ci vado ragionando da tempo, sul nesso acqua / pensiero / scrittura, come il ritmo delle bracciate e il ritmo della scrittura”. Nel suo ultimo libro, col pretesto di un “viaggio emotivo in Norvegia” racconta storia familiare, vita professionale, riflessioni letterarie, e ti contagia con il suo ondivagare. “L’acqua che nella sua impermanenza, nella sua perenne mutevolezza e capacità di invadere ogni minimo spazio, nutre anche l’irrequietezza del pensiero”, scrive. “Sei acqua nell’acqua, l’acqua ti avvolge e il respiro ha l’effetto di amplificare questa sensazione di abbraccio”, dice. Se l’acqua è impermanente, per Valentina il nuoto in mare sembra essere come la meditazione Vipassana. In pali, la lingua dei primi testi buddhisti, significa “osservare le cose come sono in realtà” e non come appaiono. E’ una forma di meditazione che intende sviluppare la massima consapevolezza di tutti gli stimoli sensoriali e mentali. “Meglio guardare a occhi nudi, e non dietro una lente. Meglio essere disarmati e spogli di fronte a un miracolo che nessuna parola saprebbe descrivere, una emozione destinata non solo agli occhi fortunati che la possono vedere, ma al cuore. All’anima”.

Lontanissima dai solipsismi esistenziali e dai narcisismi morali degli attuali maître à penser, Valentina semplifica, riduce. Scrive come nuota, con una dolce delicatezza.  “Il nuoto rende umani e seguaci di interiorità, dopo che si è imparato a macinare vasche su vasche parlando con se stessi, in una bolla di solitudine e suoni acquatici ovattati, echi di note fluide, morbide, che possiedono il potere di rilassare”. Il nuoto diventa il medium anche per rappresentare con serenità sentimenti familiari. “Nuotare con qualcuno ha per me il significato di un legame affettivo importante e non detto”.

     

Valentina Fortichiari 
Il mare non aspetta
Oligo, 112 pp., 13 euro

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