una fogliata di libri

Album dei rimorsi

Giacomo Giossi

La recensione del libro di Furio Bordon edito da La nave di Teseo, 176 pp., 18 euro

Viaggio nella memoria, esercizio in parte autobiografico e al tempo stesso raffinata pratica letteraria, classico quanto fortemente contemporaneo, Album dei rimorsi (La nave di Teseo), l’ultimo romanzo di Furio Bordon, regista, scrittore e già direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e del Mittelfest, colpisce subito al cuore. Attorno al tema del rimorso e dell’inadeguatezza si potrebbe dare forma a una ricchissima antologia di autori mitteleuropei, ed è in parte cogliendo da quella tradizione e ripescando dal concittadino Italo Svevo che Furio Bordon costruisce con sagacia a tratti commovente a tratti estremamente comica il percorso esistenziale di un protagonista tanto avulso dalla società quanto colpevole di perenne incomprensione. Muovendosi attorno a ipotetiche fotografie, oggetti e ricordi, Bordon sviluppa un racconto denso e ricco in cui il sentimentalismo non ha mai paura di bussare al cuore del lettore regalando pagine non solo efficaci ma letterariamente originali. L’effetto generale è quello di una scorribanda che prende avvio dall’infanzia e arriva a una maturità tutto sommato mai piena, ma sempre vergata e segnata da un gusto divertito per l’infantile, per quell’intontimento che a tratti sta nella sciocchezza, ma spesso nell’incanto. Perno del rimorso e soprattutto dell’inadeguatezza è la figura del padre in uno scavo analitico che porta la coscienza direttamente a contatto con l’aria viva dei giorni in un confronto serrato, chiaramente edipico, in cui tutto torna a galla potentemente, ma pur sempre in un gioco in cui i lazzi si intrecciano con i drammi di una vita vissuta tanto più intensamente tanto più è capace di far riemergere ricordi anche scovandoli nei punti più oscuri della memoria. Album dei rimorsi ha la forza del classico e al tempo stesso tutte le caratteristiche di un romanzare esplicitamente e radicalmente triestino, una congiunzione di memoria che diviene congiunzione di stagioni e di popoli, di luoghi e di sensazioni; un ballo liberatorio, un gioco nel vero senso del termine che oppone pur sempre il rimorso al rimpianto e la malinconia a una sempre troppo facile e accondiscendente nostalgia. 
Non è nei giorni passati infine che Bordon ricerca un senso, ma in una loro rielaborazione che porti direttamente all’oggi e in un certo senso al domani con tutti i rischi del caso e con tutte le fatiche di un incedere irrequieto e non privo d’inciampi. Pagine godibili che portano all’oggi un tempo altro e sostanzialmente indimenticabile. 

     

Furio Bordon
Album dei rimorsi
La nave di Teseo, 176 pp., 18 euro

Di più su questi argomenti: