Foto dal profilo Instagram di Hoepli Libreria Milano

Una fogliata di libri - overbooking

Opposte anime gemelle della bibliomania

Antonio Gurrado

Hanno stregato Milano, regalando opere e comprandone in massa, in maniera rigorosamente anonima. Due modi diversi di amare la letteratura, agli antipodi, ma entrambi simbolo di quanto i libri siano prima di tutto oggetti, in grado di regalare le emozioni più disparate

Chissà se si incontreranno mai i due bibliomani che hanno allietato i giorni di fine estate a Milano. Lei è stata intercettata dal Corriere dopo che per due mesi ha regalato libri agli sconosciuti, in forma rigorosamente anonima e quasi acrobatica, lasciando pacchetti sui cofani delle auto o chissà dove. Ne ha distribuiti oltre cinquecento, giorno dopo giorno, scegliendoli fra quelli che le erano piaciuti ma che non aveva spazio per conservare in casa – chissà, forse una di quelle case milanesissime (come da titolo del sublime libello minimalista di Alvar Aaltissimo, Corraini, 120 pp., 15 euro€) dalla metratura esigua e dalla mappa paradossale, quadrilocali di 20 mq, monolocali su otto livelli. Lui, invece, è passato dalla benemerita libreria Hoepli dell’omonima via Hoepli, ha guardato la sterminata vetrina correre sotto il portico e si è detto: “Ma sì, la compro”, riferendosi non già alla libreria né all’intera via, bensì a tutta la merce esposta.

Così, poco dopo, i commessi della Hoepli dovevano affiggere sulla vetrina rimasta vuota entusiastici cartelli per aver venduto tutto, mentre l’anonimo signore onusto di sacchetti (non ha voluto che usassero scatoloni) montava sul taxi che lo riportava a casa – chissà, forse una di quelle monumentali case altrettanto milanesi fotografate da Guido Taroni nel sontuoso librone massimalista di Nicolò Castellini Baldissera, Inside Milan (Vendome, 352 pp., 80 dollari). Dovessero mai incontrarsi, non cedano all’amore; diano piuttosto vita a un proficuo travaso fra pieno e vuoto, con lei che continua a leggere libri di cui disfarsi, anziché riporli a scaffale, e lui che glieli compra a peso, onde riempire ogni metro cubo libero nella propria magione. Questa storiella editoriale è infatti altresì immobiliare; ci ricorda che il libro è in primo luogo un oggetto, che come tale occupa spazio, ergo pone il problema della collocazione e del trasloco, oltre a garantire indubbi vantaggi nell’arredamento. L’anonima signora e l’anonimo signore incarnano pertanto le due opposte anime gemelle della bibliomania, fra le quali si dibatte invano ogni lettore: voler possedere tutti i libri e, insieme, non voler possederne nessuno.

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