Una fogliata di libri - Lettera da una canzone
Quel suv e pezzi di sogni e vita miei
Un viaggio in macchina si trasforma nell'occasione perfetta per immergersi nella musica di Bob Dylan, trasmessa ad alto volume dall'auto vicina. E nonostante la strada le abbia separate, le sue note continuano a soffiare nell'aria
Ero ferma a un semaforo l’altro giorno, quando mi si è affiancato un vecchio suv. Al volante uno della mia età. Ma la nota che usciva da quell’auto mi ha trafitto: “Series of dreams”, Bob Dylan, una canzone che mi taglia a metà. Per questo, anche se è la “mia” canzone, la evito. (Ma guarda se questo mi deve affiancare proprio con “Series of dreams”, mi sono detta, partendo veloce, al verde).
Due semafori dopo però, rieccolo. E Dylan andava avanti con la sua voce rauca da profeta del Vecchio Testamento: I was thinking of a series of dreams / Where nothing comes up to the top / Everything stays down where it’s wounded / And comes to a permanent stop. (Ogni cosa resta giù, dove è ferita, fino a fermarsi per sempre).
Ho girato a destra per seminare il suv – ma quello, dietro. Allora ho lasciato che mi superasse. Finalmente me n’ero liberata. Dylan, però, continuava a cantarmi dentro. Rivedevo quel video in cui ritrovo pezzi di sogni e di vita miei. Il treno che va, va, e un giovane Dylan assorto al finestrino. Quanti treni ho preso anche io, e, sempre, guardavo fuori. E scale, tante scale, anche io le sogno. E poi la scalinata di una chiesa antica. E impianti industriali come mostri d’acciaio, e gli occhi limpidi di Dylan, a vent’anni. Infine, un macchina da scrivere: uguale alla mia. La cronaca nera, le mie dita di ragazza esitanti sui tasti. Mi fa male anche il titolo: “Series of dreams”. Come fosse stato tutto – vita, amore, figli – una serie di sogni.
Ma ora che il suv se n’è andato la metto io la mia canzone, e in loop. Thinking of a series of dreams / Where the time and the tempo fly – Pensando a una serie di sogni / Dove il tempo e il ritmo volano / And there’s no exit in any direction – E non c’è uscita in alcuna direzione – ’Cept the one that you can’t see with your eyes” – Tranne che in quella che non puoi vedere coi tuoi occhi. Forse una via c’è allora, che non vedo? Forse non sono stati soltanto sogni? Nel fondo della canzone di cui non riesco a liberarmi non avevo visto una preghiera.
Una fogliata di libri