una fogliata di libri

Guida per i perplessi

Roberto Carvelli

La recensione del libro di Werner Herzog edito da minimum fax, 716 pp., 24 euro

Ci sono registi da macchina da presa, da messa in scena o da sceneggiatura e poi c’è Werner Herzog. Un regista a metà tra il situazionismo e l’avventura. Uno che ci mette (o fa mettere ai suoi attori) il corpo nei film ma non in maniera semplicisticamente dinamica. Ogni suo film è la riproposizione di un modello esperienziale con intenti spesso trascendentali. Un casting di attori disposti all’ipnosi collettiva o il protagonista feticcio Klaus Kinski genio da domare fino alla minaccia di un’arma da fuoco. Ma poi c’è spazio anche per le polemiche “antropologiche” dell’uso delle tribù amazzoniche in Fitzcarraldo o le critiche alla filologia storica di “L’enigma di Kaspar Hauser”. Nulla di quello che ha fatto il regista tedesco può essere liquidato con una filmografia distribuita per anni.
La nuova edizione di Guida per i perplessi. Nuovi incontri alla fine del mondo, che riesce arricchita per minimum fax, offre al lettore non una semplice biografia per la via dell’intervista curata da Paul Cronin ma una vera  lezione sullo stare al mondo in maniera coraggiosamente spirituale senza cercare scorciatoie fideistiche. Nel question and answer (ma nel libro ci sono poesie e scritti originali) WH spiega come ha iniziato a girare partendo dall’intraprendenza dettata dalla considerazione che quello che c’è da sapere sul dato tecnico della ripresa s’impara in poco tempo (“Mi è sempre stato chiaro che le scuole di cinema non sono fatte per me. Non ho avuto una preparazione formale né ho mai lavorato come assistente alla regia. I miei primi film sono scaturiti dalle mie più profonde convinzioni; non ho mai avuto molta scelta… Ciò che richiede tempo è sviluppare una visione personale”). Serve, in genere, avere lo spirito dell’autodidatta che impara da solo seguendo la sete della conoscenza. Così dalla scuola dell’obbligo riporta la necessità di usare le fonti primarie e non la manualistica ritrita in sentenze. La madre è raccontata in tutta la sua maestosità da sensei capace di insegnamenti, prima che di affetto e tutela, fino al punto da coprire le assenze dai banchi del giovane Werner annoiato dalla didattica tradizionale. La vita di Herzog ha pagine miracolose come l’essere scampato a un attentato: “Winston Churchill ha affermato che, dopo che uno ci spara contro senza successo, viviamo un momento di esaltazione”. Meglio non provare. Bisogna, invece, provare a scoprire quanto non sia utile lamentarsi del decadimento culturale perché “il poeta non deve distogliere lo sguardo”.
 
Werner Herzog
Guida per i perplessi
minimum fax, 716 pp., 24 euro

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