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Che peccato avere abbandonato la Storia
In "Ucronia", Emmanuel Carrère esplora una versione alternativa della storia in cui Napoleone ha conquistato il mondo intero e riflette su come la conoscenza del passato sia sempre parziale e manipolabile, interrogandosi su quanto le nostre credenze storiche siano influenzate dalle fonti disponibili
Nel 1812 Napoleone, dopo avere prevalso in Russia, instaurò suo figlio sul trono inglese per poi volgersi alla conquista di Turchia, India, Giappone e Oceania; l’America decise allora di aderire spontaneamente ai suoi possedimenti, rendendolo monarca del mondo intero. Quest’interessante versione dei fatti è riportata da Emmanuel Carrère in "Ucronia" (Adelphi, 160 pp., 14 euro), dove numerose pagine sono dedicate alla fantacronaca di Louis Geoffroy-Château: ne esiste un’edizione italiana di lusso, una Franco Maria Ricci del 1991 intitolata Napoleone apocrifo.
Storia della conquista del mondo e della monarchia universale (192 pp., 300 euro€). C’è da intendersi tuttavia sul termine “apocrifo”: Geoffroy acclude alla propria storia, per dovere di cronaca, la diceria secondo cui Napoleone venne sconfitto in Russia e morì in esilio a Sant’Elena. L’apocrifo, volendo, è questo. Solo il nostro conoscere la vera versione ci consente di fidarci di una delle due – per giunta la meno credibile, la meno coerente – ma sempre sotto il velo d’ignoranza del non essere testimoni diretti; del resto, provoca Carrère, la storia universale potrebbe essere frutto di una cospirazione millenaria degli intellettuali. In effetti ogni resoconto del passato è parziale, quindi ci regoliamo a peso: se su Napoleone imperatore del mondo avessimo lo stesso numero di fonti che su Napoleone sconfitto a Waterloo, a cosa crederemmo?
L’unica soluzione è studiare: di più materiale disponiamo, più distinguiamo il verosimile dalle fole. Peccato, dunque, avere abbandonato la storia. Lo sostiene la rivista Domino (agosto 2024, 144 pp., 10 euro) che, sotto il titolo “La storia eravamo noi”, reca la sagoma di Napoleone ritagliata dalla celebre immagine che lo ritrae mentre valica le Alpi. La materia che accomunava i popoli nel riconoscimento del passato viene oggi affrontata in modo approssimativo, tramite l’adesione alla versione più comoda, fornita dal leader più emozionante: pensate ai russi convinti che l’Ucraina sia un loro satellite o agli americani sicuri che Trump abbia vinto le elezioni del 2020. È come se noi sapessimo che Napoleone ha dominato sul mondo, perché abbiamo letto soltanto il romanzo di Geoffroy.
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