Armand V. Note a un romanzo non scritto

Giuseppe Perconte Licatese

La recensione del libro di Dag Solstad, Iperborea, 256 pp., 18 euro

Oslo è la città che Armand, da studente universitario, ha amato percorrere a piedi in lungo e in largo, privilegiando i quartieri più abbandonati e anonimi. Oslo è anche la sede del ministero degli Esteri. E’ da lì che coloro che decidono della sua carriera mandano Armand a rappresentare il regno di Norvegia presso i governi dei paesi amici e alleati. Ai tempi un “giovane estremista”, critico dell’egemonia occidentale nel mondo ma rassegnato al ruolo che necessariamente il suo paese vi svolge, Armand a un tratto ha deciso di entrare nel servizio diplomatico. Ora ha superato i sessant’anni ed è arrivato alle soglie dell’ultimo prestigioso incarico come ambasciatore in una grande capitale, servendo con talento e (solo esteriore) lealtà gli interessi del sistema di cui fa parte. Ma non ha mai ritrattato i propri giudizi e sentimenti politici, anzi intimamente li ha approfonditi. Non meno enigmatiche sono le sue relazioni private: la prima moglie, N., l’amore per la quale è inseparabile dal rapporto con la sorella di lei, “la gemella della gemella”; il figlio avuto dal secondo matrimonio, che si arruola nelle forze di élite impegnate nelle guerre che il padre detesta ma che deve, nella sua funzione pubblica, sostenere; il vecchio compagno di gioventù che ha denunciato un caso di corruzione ma non è stato creduto ed è rimasto isolato.

 
Armand è l’originale idea di protagonista messa al centro di un testo non convenzionale. Dag Solstad lo ha composto come una serie di note a pié di pagina (dette talvolta nel loro insieme “il testo qui sotto”) relative a un romanzo (il testo “sopra”, o “là fuori”) che lo scrittore norvegese è stato in grado di intuire come opera compiuta, ma che non ha avuto la forza di elaborare nelle forme canoniche. Nei primi anni Duemila, Solstad aveva l’età del suo personaggio ed era già da tempo un grande nome delle patrie lettere quando si è trovato paralizzato nello slancio creativo. Ma alla resa di fronte al fatto di essere diventato meno che mai padrone della propria scrittura segue la decisione di scrivere, nonostante tutto: il modo migliore di realizzare il romanzo su Armand sarebbe stato dunque “non scrivere un romanzo su di lui, ma farlo comparire in una profusione di note a quel romanzo”, le quali avrebbero incluso anche “i commenti dell’autore su ciò che sta facendo”. Il risultato è un libro di grande fascino dove la trama, benché disarticolata e “intravista” una scena alla volta, è sufficientemente compiuta e convincente da fare sì che una storia e i suoi personaggi si imprimano nella mente del lettore, e dove, al tempo stesso, la sofisticata impalcatura di idee e di intenzioni dietro la scrittura resta allo scoperto.  
 
  

Armand V. Note a un romanzo non scritto
Dag Solstad
Iperborea, 256 pp., 18 euro

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