Luci sulla città

Giulia Ciarapica

La recensione del libro di Massimiliano Virgilio, Feltrinelli, 240 pp., 18 euro

La Napoli del 1892 non è mai stata più “vera” di così, di quella che Massimiliano Virgilio descrive nel romanzo Luci sulla città con un sottotitolo più che accattivante: “Un’inchiesta per Matilde Serao”. Non è solo un giallo perché da subito Virgilio compie un’entusiasta operazione per riportare alla luce una scrittrice poco letta, poco ricordata – oggi – nonostante sia stata la prima donna italiana ad aver fondato e diretto un quotidiano. Una pioniera della professione giornalistica che sfiorò il Nobel e impressionò perfino Edith Wharton. Ma parlavamo di una città in particolare, perché Serao è anche sinonimo di Napoli – non solo per via “del Ventre” – ed è qui che si consuma l’omicidio di cui Matilde si occuperà: il cadavere di quel socialista, con cui lei ha sempre avuto a che fare, diventa non solo una questione pubblica – e sociale – ma anche privata. Serao non ha paura di infilarsi nei bassifondi della città – quelli che il governo vorrebbe demolire – per andare alla ricerca di una verità apparentemente più oscura di quanto possa immaginare.


Al di là del giallo, che per quanto sia l’oggetto della narrazione si trasforma a poco a poco in un alibi per questioni più urgenti, Virgilio conferma la sua bravura nello scavalcare l’apparenza della pagina, offrendo al lettore un quadro più completo: Matilde non è solo una scrittrice, Matilde è prima di tutto una donna e in quanto tale deve scontare la pena di non essere sufficientemente brava, sufficientemente affidabile, sufficientemente all’altezza di suo marito. “Quindi suo marito vi lascia scrivere di cose serie?” le viene domandato con una certa arroganza, e Serao non può che chiedersi che ruolo abbia una donna nell’Italia di fine Ottocento, che ruolo abbia, soprattutto, una volta sposata. Dietro la risolutezza delle risposte di Matilde, che ad esempio va su tutte le furie quando qualcuno l’interpella usando il cognome del marito, c’è però una faccenda ancora più pungente, che non è solo identitaria – chi sono le donne? Cosa possono o non posso fare? Chi sono gli italiani, da nord a sud? – ma riguarda la Scrittura come strumento di conoscenza. Questo è il centro del discorso per Serao, che si rende conto fin da subito che anche gli analfabeti, a Napoli, desiderano comunque essere informati: le notizie che passano dai giornali non servono solo a istruire ma a sopravvivere, perché la conoscenza è – è sempre stata – uno strumento di potere e di consapevolezza.


Attraverso una storia di grande atmosfera, Virgilio dà il meglio di sé trasportandoci in una Napoli lontanissima eppure così vicina a noi da poterla quasi toccare, in compagnia di uno dei mostri sacri della letteratura italiana. 

 

Luci sulla città
Massimiliano Virgilio  
Feltrinelli, 240 pp., 18 euro

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