Una fogliata di libri

Storia letteraria delle malattie

Enrico Paventi

La recensione del libro di Elisa Tinelli, edito da Edizioni Dedalo, 272 pp., 19 euro

Le malattie contagiose hanno probabilmente accompagnato e tormentato il genere umano fin dagli albori: si sia trattato di peste o di colera, di vaiolo o di mal francese, le epidemie sembrano costituire una presenza costante, capaci di fare la propria, reiterata apparizione secolo dopo secolo.
 

Non sorprende, allora, che la letteratura occidentale sia nata dalla descrizione di un morbo – quello che, nell’Iliade, è all’origine della contesa tra Achille e Agamennone – e che in seguito sia stata redatta una lunghissima sequela di testi che evocano o hanno per tema principale il contagio. Il saggio in questione, opera dell’italianista Elisa Tinelli, ne prende in esame un numero cospicuo proponendo nel contempo un itinerario attraverso i tanti autori della letteratura italiana che sono stati diretti testimoni delle grandi epidemie le quali, talvolta in maniera esiziale, hanno colpito la nostra penisola. La studiosa passa dunque in rassegna le tante narrazioni sulla peste, sulla tubercolosi, sulle ricorrenti epidemie di colera e riflette sul modo in cui i loro autori hanno analizzato l’uomo alle prese con il diffondersi di malattie estremamente contagiose nonché portatrici di morte, rovina e devastazione: l’emergere dei suoi vizi e delle sue virtù, della sua essenza, dei suoi istinti primordiali, del suo senso di responsabilità. Il risultato è costituito da un contributo tanto acuto quanto stimolante.
 

Occorre anzitutto sottolineare come, nell’ambito del saggio, le voci di alcuni tra i maggiori autori italiani si siano intrecciate con quelle di scrittori assai meno noti che guardano ai “grandi” prendendoli a modello per quanto riguardava il racconto del contagio. Da Petrarca a Boccaccio, da Machiavelli a Berni, da Manzoni a Serao fino a Verga, il trascorrere dei secoli documenta come il riferimento a questi ultimi sia rimasto qualcosa da cui, per gli epigoni, non è stato possibile prescindere.
 

Di questa letteratura va poi evidenziata la struttura tematica che, secondo l’autrice, appare costituita dai seguenti elementi: “La discussione relativa alle origini della malattia, la descrizione dei sintomi e del decorso del morbo, l’incapacità dei medici e del potere politico nel contrastare il contagio, la desolazione delle città e delle campagne colpite, il venir meno della pietà per i moribondi e per i defunti, la disgregazione del tessuto sociale e il degrado della civile convivenza”. Tutte peculiarità che contribuiscono a farne una sorta di genere letterario.
 

Per concludere, Elisa Tinelli ci mette a disposizione una pregevole ricerca che giunge a essere talora avvincente: tutto ciò grazie alla mole dei testi presi in esame, alla qualità dell’analisi, alla ricchezza dei riferimenti, al rigore dell’argomentazione, alla scorrevolezza e densità della prosa.

 

Storia letteraria delle malattie
Elisa Tinelli
Edizioni Dedalo, 272 pp., 19 euro

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