una fogliata di libri
Romanzo urbanistico
La recensione del libro di Maurizio Carta edito da Sellerio, 516 pp., 22 euro
Maurizio Carta con Romanzo urbanistico. Storie dalle città del mondo ha scritto un saggio più che sulla rigenerazione urbana, sull’utopia del presente. Non a caso la scelta dell’immagine di copertina di Thomas Boswell – un grafico crocevia tra grattacieli – rimanda a una visione metafisica ai tempi della metropoli che sembra contenere ancora la visione del futuro dal punto di vista del passato. Il lì et nunc, insomma.
In definitiva, come compete ai viaggiatori curiosi e ben strumentati, Carta (che è urbanista e architetto, professore ordinario all’Università di Palermo) ha raccontato quarantadue storie di città – New York, Londra, Pechino, Mosca, Parigi come Brest, Aalborg, Tirana e la policentrica Sekondi-Takoradi – in un romanzo “urbanistico” dedicato al tentativo di capire alcuni luoghi del mondo e immaginare futuri possibili dove le città infelici, per chiosare Tolstoj, hanno bisogno di una trattazione distintiva a differenza di quelle felici.
Il libro agisce nell’intersezione tra mente razionale e percezioni emotive come una “neurourbanistica”. Ma tutto parte da un dato emozionale e imitativo, quasi camaleontico, come quando l’autore racconta di entrare in uno store Nike a NY per trasformarsi a partire da indumenti tecnici adatti in un prototipo di runner (condizione che spesso si ripete nelle città rappresentandone una forma di empatia) della Grande Mela. Nel taccuino di indizi urbani di Carta – commistione di rimandi filmici, letterari e musicali – non manca un siciliano “Favara Factor” in cui la città dell’agrigentino viene riportata all’eccezionalità che l’ha fatta assurgere col suo Farm Cultural Park a sesta meta mondiale per il turismo dedicato all’arte contemporanea.
Interessante il capitolo dedicato a “Dubai città transgenica del futuro prossimo venturo” dove a dimostrazione che il passato si cela nel futuro Carta scrive che “il viaggio di formazione della nuova e scintillante Dubai inizia con l’intuizione degli anni Settanta di scavare nel deserto uno dei più grandi porti del Golfo Persico”. E che quindi questo portale tra occidente e oriente si pone come un laboratorio per il nuovo millennio in cui si trovano a essere testate “con atteggiamento laico tutte le trasformazioni genetiche del corpo urbano che la tecnologia induce sul desiderio umano” inserendosi con forza nel “dialogo incompiuto con la città del Novecento”. Correttamente, dal punto di vista della dimensione del tempo di cui si diceva, l’autore data ogni contributo. To be continued.
Maurizio Carta
Romanzo urbanistico
Sellerio, 516 pp., 22 euro
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