una fogliata di libri

Tutti gli indirizzi perduti

Federica Bassignana

La recensione del libro di Laura Imai Messina edito da Einaudi, 240 pp., 19,50 euro

Awashima è l’indirizzo che ha preso in carico tutti gli indirizzi perduti della terra. E’ una piccola isola nel mare interno di Seto, in Giappone, ed è diventata dimora di tutte quelle lettere destinate a chi – o cosa – non si può raggiungere. Laura Imai Messina sceglie quest’isola a forma di elica e senza tempo – quasi non appartenesse a questo mondo – per ospitare il suo nuovo romanzo, Tutti gli indirizzi perduti, come a voler accogliere un’intuizione importante: i nostri pensieri sono naufraghi che chiedono come unico approdo, l’ascolto. Imai Messina racconta una storia corale a partire da Risa, dottoranda dell’Università di Tokyo, che approda all’Ufficio postale alla deriva di Awashima per catalogare le lettere che sono state recapitate negli ultimi dieci anni. La sua storia si intreccia con quelle di sconosciuti che incontra attraverso lettere affidato al caso: c’è chi scrive al primo bacio, alla sé stessa del futuro o al sé stesso del passato, al figlio defunto, al giocattolo smarrito, alle cose perdute della vita, alla vecchia casa. “E’ stata un’epifania scoprire quanti io ci sono, uno per ogni anno che viviamo, uno per ogni esperienza che facciamo, e come, sommati insieme, facciano quelli che siamo”: le lettere diventano così messaggi in bottiglia lanciati nel mare senza troppe illusioni perché il senso della loro esistenza è, semplicemente, essere scritte. Risa scopre le vite di persone che hanno scelto di alleggerirsi il cuore lasciando il peso delle emozioni su un foglio bianco, scrupolosamente imbustato e spedito. Ma anche il suo cuore ha un peso, che però non lascia scivolare dentro a una busta: in quell’ufficio, Risa spera di trovare le risposte a domande che la tormentano. In questa ricerca, a seguirla come un’ombra è il ricordo della madre defunta, una donna dai consigli improbabili, raccomandazioni poetiche e motti inventati, e fragile nel reggere il peso della vita. Un’eco che la accompagna mentre partecipa a quella nuova quotidianità, conosce le persone dell’isola e, inevitabilmente, anche sé stessa. Imai Messina dà voce a un’umanità alla deriva, scegliendo con delicatezza l’incanto delle parole, che sanno aprire mondi plurali, infiniti e possibili. Ed è lì che risiede la bellezza, ricordandoci che oltre le azioni, il tempo e la nostra stessa esistenza, in fondo, rimaniamo parole che si smarriscono, persistono, naufragano, continuano a parlare per noi mentre “increduli, trasciniamo tutto nella nostra sparizione”. 

   

Laura Imai Messina
Tutti gli indirizzi perduti
Einaudi, 240 pp., 19,50 euro

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