una fogliata di libri

I filosofi preplatonici

Maurizio Schoepflin

La recensione del libro di Friedrich Nietzsche edito da Mimesis, 220 pp., 18 euro

Nella primavera del 1869, chiamato dalla locale università, Friedrich Nietzsche giunse a Basilea. Non aveva ancora compiuto venticinque anni ma era già noto per la profonda competenza nel campo della filologia e della letteratura greca. Durante gli anni della sua docenza presso l’ateneo svizzero, egli tenne una serie di memorabili lezioni sui filosofi preplatonici. Pubblicate postume nel 1913 – Nietzsche era morto a Weimar il 25 agosto del 1900 –, esse vengono ora riproposte a cura di Piero Di Giovanni in una nuova importante edizione, rivista e ampliata rispetto a quelle mandate in libreria nel 1994 e nel 2005. Sono scritti che testimoniano la svolta vissuta da Nietzsche che, una volta scoperti i grandi pensatori coevi degli autori tragici, si dedicò anima e corpo allo studio di essi. Ciò, come annota Di Giovanni, lo condusse alla fondamentale scoperta della cultura ellenica del VI-V secolo a. C., “caratterizzata dallo stupore che l’uomo prova di fronte al divenire della natura, ma pure e non ultimo dal dolore che scopre e prova in questo mondo”. Sotto il geniale sguardo indagatore di Nietzsche vediamo scorrere Talete, Anassimandro, Anassimene, Pitagora, Eraclito, Senofane, Parmenide, Zenone, Anassagora, Empedocle, Leucippo, Democrito, i Pitagorici e Socrate. Il Nostro non esita a mostrare le proprie preferenze: la sua ammirazione va in primis a Eraclito, il pensatore che teorizzò l’opposizione fra contrari e il continuo divenire, vedendo nella “guerra” e nel “fuoco” le due realtà che meglio permettono di identificare l’eterno scorrere e l’incessante conflitto che caratterizzano la realtà. Nietzsche rimase molto colpito dal pessimismo eracliteo e anche da quello di Anassimandro, e apprezzò molto pure la filosofia di Empedocle “proprio perché esprime il senso del dolore che l’uomo è costretto a vivere in questo mondo”. Il pensatore tedesco fu particolarmente affascinato dalla dimensione tragica presente nelle dottrine dei primi filosofi greci, e tale attrazione si collega con l’ammirazione da lui nutrita nei confronti di Arthur Schopenhauer e del suo capolavoro Il mondo come volontà e rappresentazione, che aveva letto con entusiasmo intorno ai vent’anni. Come afferma Di Giovanni, Nietzsche non rimase paralizzato dalla sua formazione filologica e comprese che “ciascuno dei primi sophoi costituisce un’occasione più unica ch\e rara per manifestare il proprio entusiasmo nei confronti di quella cultura ellenica che sta alla base di tutta la civiltà occidentale”.

     
Friedrich Nietzsche
I filosofi preplatonici
Mimesis, 220 pp., 18 euro

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