UNA FOGLIATA DI LIBRI

L'Asia: una storia che continua a replicarsi

Massimo Morello

Libri imponenti, pesanti come mattoni, che intrappolano lettori e idee. Il Tramonto dell’occidente di Spengler e Asia ribelle di Tim Harper offrono inedite visioni della storia, portando alla luce nuove prospettive su lotte, cospirazioni e movimenti sociali dimenticati

Ci sono libri pesanti come mattoni. Letteralmente. Un mattone pesa due chili. La copia de  “Il Tramonto dell’Occidente” di Oswald Spengler, ad esempio, pesa quasi un chilo e trecento grammi. “Amo i libri massicci come mattoni che se non ci stai attento potrebbero farti affogare in una piscina”, scrive Mark Manson, blogger e autore del bestseller “La sottile arte di fare quello che c***o ti pare” in un articolo dedicato ai “grossi libri”. “Non è un amore salutare, lo ammetto. E’ più come la Sindrome di Stoccolma”. “Il tramonto dell’Occidente” è uno di questi libri. Anche perché ha imprigionato molti nel fraintendimento del tramonto, interpretato letteralmente anziché come “immagine del simbolismo cosmico” che determinò una nuova visione dei processi storici e della cultura orientale. 

Questa digressione ha origine da un libro che coniuga peso e Asia: “Asia ribelle.  Assalto agli imperi e rivoluzione globale”. Non so di preciso quanto pesi, perché ho ordinato l’edizione ebook, ma credo si avvicini al chilo. Non fosse altro per la copertina rigida che ingloba 780 pagine di una versione grafica notevole. L’autore, Tim Harper, insegna Storia del sudest asiatico a Cambridge ed è lui a offrire una perfetta sinossi. “I personaggi di maggiore spicco dell’Asia moderna – Sun Yat-sen, Gandhi, Sukarno e Mao Zedong – hanno tutti un ruolo, ma non sono necessariamente i protagonisti. Ho scritto dalla prospettiva di attori diversi… Con il senno di poi, molti potrebbero sembrare degli sconfitti; invece, con i loro trionfi, i fallimenti e le avversità che hanno attraversato, hanno segnato a fondo il futuro dell’Asia… Questo libro fornisce consapevolmente una visione eccentrica, nel senso più letterale del termine, della storia asiatica, traccia la geografia ribelle della rete clandestina dei rivoluzionari asiatici, illustrando come certi contesti abbiano contribuito alla nascita di nuove idee e strategie di lotta. Racconto di vite vissute negli interstizi degli imperi… Uno degli obiettivi di una storia di questo tipo è  dilatare la nostra percezione del tempo e dello spazio, spostare il centro della narrazione”. 

“Dilatazione” e “visione eccentrica” sono state identificate nella recensione scritta per “Studies in Intelligence” (pubblicazione della Cia) da J. R. Seeger, un ex agente che ha guidato un team dell’Agenzia in Afghanistan. Secondo Seeger, “Underground Asia” (il titolo originale rende meglio l’idea) dovrebbe essere letto da ogni “professionista” interessato all’area: fa capire come le cospirazioni transnazionali che negli ultimi vent’anni hanno impegnato le comunità dell’intelligence e delle operazioni speciali abbiano avuto origine molto prima, prima ancora della Guerra fredda, in un mondo fluido di sotterfugi.
E’ in questo che consiste la sostenibile pesantezza del libro: nel comprendere e richiamare altre storie. Nella sua mole di pagine, chiunque troverà elementi d’interesse, la lettura t’imprigiona tra le riflessioni e le note personali che senti di dover appuntare. E così la storia, anziché finire, continua a replicarsi. 

Le pagine, molte, dedicate alle donne, ne sono un esempio. “Nessun fenomeno aveva annunciato la rivoluzione asiatica quanto l’avvento della modern girl. All’improvviso, in tutta l’Asia, le donne acquistarono visibilità: per le strade, nelle fabbriche dove lavoravano e nei negozi, sui trasporti pubblici. Cominciarono a parlare in modo diretto, ridussero l’orlo della gonna, presero a truccarsi le guance, a incrociare le gambe in pubblico”.

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