una fogliata di libri

Figura a stella

Riccardo Bravi

La recensione del libro di Adelelmo Ruggieri edito da peQuod, 70 pp., 14 euro  

È sotto forma di prosa il cammino che compie in questo libro un interessante poeta, Adelelmo Ruggieri, che ha già all’attivo svariate pubblicazioni con peQuod, e alla cui opera guardano con molta curiosità autori del calibro di Stefano Simoncelli, Andrea Bajani, Massimo Gezzi e Franco Arminio. In questo suo nuovo vagabondare (poiché altri ve ne sono stati, come testimonia il libro Subito o domani. Non è la stessa cosa, 2013) per l’Appennino umbro-marchigiano che conosce più di ogni altro luogo, Ruggieri dà vita a un libretto in cui i ricordi di gioventù si impastano al presente e in cui l’amore viscerale per la terra si fa tutt’uno con la vita stessa di questo poeta del fermano, giunta infine allo snodo terminale della pensione. E chissà se non sia stato questo nuovo “status sociale” a inspirargli l’ennesimo viaggio, così come sembrerebbe dall’incipit del libro: “Ero in pensione da due anni quando presi l’abitudine di uscire con una qualche regolarità e un qualche metodo, e il metodo era distinguere quando andavo alla cieca da quando andavo perché dovevo andare”. Qui però sembra che Ruggieri debba proprio andare, poiché l’intento del viaggio si paleserà in seguito quello di scrivere un racconto, che prenderà il nome proprio dall’omonima Figura a stella, ossia la rete di comuni sparsi tra l’anconetano, il maceratese, il fermano e il perugino che compongono questa porzione di appennino per certi tratti intatta, per altri invece martoriata dai vari terremoti che si susseguirono nel corso degli anni. L’evocazione e la ricostruzione dei luoghi che Ruggieri opera in quattro anni e quattro mesi si interrompe dopo due anni di cammini a causa della pandemia e della sopravvenuta morte della madre, a cui la fine del racconto, e quindi del cammino, saranno dedicati. Tutto riprenderà in seguito, sebbene con un peso più grande, da portarsi appresso: “Vennero poi i due anni della pandemia e a casa accadde quanto stava scritto da tempo, mia madre morì portandosi via con sé il mio mondo d’origine e prima formazione. Il suo andarsene tolse ogni sostanza al mio sentire”. I tempi ricordati dal poeta sono in fondo tempi nostalgici, in cui “si stava tra di noi”, dirà un suo amico incontrato immaginariamente sulla via per Muccia, tempi dunque in cui era la collettività a farla da padrona, all’interno di una società in cui non apparivano le differenze di classe. Sono i tempi che Ruggieri, con il suo occhio vispo e malinconico, vorrebbe allora ricreare attraverso questa erranza, dimostrando come anche la vita nelle piccole realtà di provincia si carichi di significati profondi e di relazioni importanti che arricchiscono per sempre la nostra identità.

    

Adelelmo Ruggieri 
Figura a stella
peQuod, 70 pp., 14 euro  

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