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Una fogliata di libri
Addio, bella crudeltà
La recensione del libro di Riccardo Meozzi edito da Edizioni e/o, 208 pp., 17,50 euro
"Per tutta la giornata le era sempre stato a un metro di distanza, abbastanza vicino da poterle parlare, abbastanza lontano per darle l’impressione di non volerla infastidire. Giovanni non aveva mai avuto una soglia di distanza con lei. O le era troppo vicino, pelle a pelle, a dirle che avrebbe voluto che le loro carni si fondessero, o si trovava dove Lidia non poteva vederlo, e lei allora temeva per quel che sarebbe successo una volta che si sarebbe palesato”.
Ha a che fare con lo spazio e con il tempo la relazione tra Giovanni e Lidia. Uno spazio identitario piccolissimo, quello che Lidia sentiva di occupare nella relazione con Giovanni quando si sono amati da adolescenti, lei sempre gregaria, lei mossa dal profondo desiderio di essere vista. Di trovare uno spazio nello sguardo di Giovanni che invece quello spazio lo occupava quasi tutto. Lidia insicura e con una madre ingombrante, Giovanni ripetente due anni e perseguitato da continue emicranie. I due sperimentano la passione dell’adolescenza, fatta di inizi e prime volte; si sposano appena finite le superiori, per affrancarsi ciascuno dai propri contesti e cercare una nuova identità. Giovanni però si ammala di un tumore al cervello che non gli lascerà scampo e così si scopre fragile, bisognoso dello sguardo di Lidia, in un capovolgimento dei rapporti di forza. L’equilibrio tra i due si modifica; come si sono sempre percepiti e conosciuti non collima più con ciò che sono ora, come sono diventati. . Si accentua la dissimmetria nel rapporto tra i due, che è spesso propria di qualsiasi relazione. O almeno, delle relazioni che si sviluppano nel tempo. Ed è infatti proprio il tempo il secondo aspetto nella relazione tra i due. Giovanni e Lidia ne sperimentano tutta la speranza e la ferocia insieme. Fanno i conti con un amore che significa avere la capacità – e la disponibilità – di amare una persona cambiata, sempre in continuo mutamento. Sceglierla in un momento preciso ma mettere in conto che ciò che avverrà – la vita – agirà sempre come una forza, a volte lenta altre dirompente, modificando i contorni di chi siamo noi e chi è l’altro. Lidia così si scopre forte nella sua vulnerabilità, capace di prendere su di sé il peso delle scelte e della responsabilità che la vita le presenta. Ha, in fondo, una seconda occasione di trovare una propria postura verso il mondo. Sopravvivrà a quell’amore, dovendo imparare a trovare la sua identità negli occhi di qualcun altro. Quelli di Giovanni, belli e crudeli, dopo averli conquistati si scoprirà pronta a lasciarli andare.
Riccardo Meozzi
Addio, bella crudeltà
Edizioni e/o, 208 pp., 17,50 euro