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Una fogliata di libri
Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Una biografia per immagini
La recensione del libro di Gioacchino Lanza Tomasi edito da Sellerio, 206 pp., 38 euro
Preparatevi: questo sarà l’anno del Gattopardo. Chi inizierebbe così un articolo sul libro ormai classico dei classici del meridionalismo e dell’antimeridionalismo, dell’Italia unita e disunita, di quella che vuole cambiare e quella che non vuole (ma qui il condizionale sounds good), sulla monoliticità delle grandi famiglie di un tempo e sullo sgretolamento del mondo affettivo? Da qualunque punto di vista guardi al Gattopardo finisci per affacciarti da un balcone che osserva una landa sterminata in cui – perlomeno in lontananza – sembra di vedere tutto e il suo contrario. Già dire “Gattopardo” – parola che suona di per sé bifronte – per noi amanti delle cose editoriali è divertirsi a rileggere l’apologo di un autore che qualcuno aveva rifiutato per la pubblicazione e che qualcun altro aveva invece portato a bordo della casa editrice Feltrinelli, aprendo un fortunato e inarrestabile successo dell’opera di cui recentemente Netflix ha annunciato una serie. E anche lì nella famiglia dei puristi: come accettare un remake della grandezza di Luchino Visconti?
Il libro di Gioacchino Lanza Tomasi, "Giuseppe Tomasi di Lampedusa: una biografia per immagini" (ben 336 illustrazioni in bianco e nero e a colori), copre un vuoto visivo famigliare interessante per conoscere la vita del principe-scrittore e della consorte Alessandra Wolff-Stomersee.
Intanto perché apprezziamo, per via del lontano cugino del principe che dopo averlo fatto entrare nel suo cenacolo letterario lo adotterà poco prima di morire, la fortuna di avere tra le mani una rassegna che ha superato l’irreversibile declino di una dinastia aristocratica siciliana fermando peraltro la spinta alla auto damnatio memoriae di far perdere le proprie tracce. Le immagini ci raccontano oltre che i predecessori di questa antica genealogia isolana anche la formazione dell’autore colta in lettere autografe e scatti fotografici che lo ritraggono dai calzoncini dell’infanzia alla divisa militare, di luoghi e suppellettili ripercorsi a partire dai diari e dai ricordi: Palazzo Filangeri di Cutò (Cutò è uno dei cognomi della madre Beatrice), il padiglione di caccia della Venarìa, la vasca per la toletta, il castello di Stomersee e i viaggi a Riga, la casa di Capo d’Orlando dove compare nelle foto il cugino Lucio Piccolo, poeta e compagno di lavoro letterario.
So che a molti sentire parlare di Tomasi di Lampedusa e della sua opera suscita fastidi ma, ciononostante, questo come sempre sarà in ogni caso l’anno del Gattopardo. Fatevene una ragione!
Gioacchino Lanza Tomasi
Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Una biografia per immagini
Sellerio, 206 pp., 38 euro