Una fogliata di libri

Rinascimento. L'alba del mondo

Roberto Persico

La recensione del libro di Bernd Roeck edito da Hoepli, XII-1.140 pp., 45 euro 

Impossibile ridurre in poche righe la ricchezza sterminata dell’opus magnum di Bernd Roeck, professore emerito di Storia moderna a Zurigo. Il testo infatti inquadra l’epoca rinascimentale in un affresco che abbraccia l’intera storia umana, dall’antichità europea alle civiltà asiatiche, fino alle conseguenze sul mondo contemporaneo; inevitabile perciò limitarsi a pochissimi spunti.

 

Uno. Per Roeck, il Rinascimento non è appena un fenomeno artistico: la grande fioritura dell’arte toscana – che sta ovviamente al cuore del racconto – è solo l’aspetto più vistoso di un rinnovamento che abbraccia tutti gli aspetti della vita, dalla letteratura alla politica, dalla religione allo studio della natura. Così ecco che nel quadro entrano a pieno titolo Colombo e Drake, Shakespeare e Cervantes, la Riforma e la Controriforma, l’alchimia e la stampa, Machiavelli e Hobbes, Copernico e Gallileo e Newton (il Rinascimento di Roeck arriva fino alle soglie del Settecento), nonché tutte le vicende storiche che fanno da contorno al movimento delle idee.

 

Due. La chiave della novità rinascimentale è per Roeck il “grande dialogo europeo”, uno “scambio di saperi, idee e pratiche” che è tratto distintivo del nostro continente. Intorno al Mille infatti l’occidente era di gran lunga più arretrato rispetto alle civiltà asiatiche coeve (che il libro ampiamente tratteggia). Che cosa gli ha permesso di superare le concorrenti? Una capacità unica di appropriarsi delle conoscenze che incontra nello spazio e nel tempo, delle ricchezze offerte dal passato come di quelle che arrivano da ogni angolo nel mondo.

 

Tre. Questa capacità è frutto di una lunga storia, che affonda le radici remote nell’orografia del continente, che da sempre ha favorito la moltiplicazione dei centri di potere, si alimenta di Atene e di Roma, e trova la sua sorgente prossima nella civiltà medievale, con gli spazi di libertà ritagliati nei conflitti fra Papato e Impero e con la crescita della borghesia: già “nel XIV secolo l’Europa era pronta a ricevere novità di tutti i generi”.

 

Infine. La “grande divaricazione” fra Europa e resto del mondo è figlia della macchina a vapore. Ma “non fu James Watt da solo a mettere al mondo la creatura sbuffante, ma piuttosto un processo secolare di dimensioni europee. La maggior parte delle istituzioni coinvolte in questo genere di processi erano ignote alle altre civiltà”. Un grande e documentato invito, insomma, a riscoprire il meglio di quella “eccezione europea” che ha generato il mondo moderno.

   

Bernd Roeck 
Rinascimento. L’alba del mondo
Hoepli, XII-1.140 pp., 45 euro 

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