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una fogliata di libri
Il tempo delle ciliegie
La recensione del libro di Montserrat Roig edito da Mondadori, 252 pp., 20 euro
Che cosa significa ritornare? E qual è il suo prezzo, quando le coordinate non sono solo geografiche ma, soprattutto, esistenziali? Significa fare i conti con la Storia, le proprie origini e sé stessi. Lo racconta Montserrat Roig nel suo libro Il tempo delle ciliegie, pubblicato per la prima volta in Spagna nel 1976 e che ora torna a portare in luce una voce potente e autentica della letteratura catalana. Nella Barcellona del 1974, la protagonista Natàlia Miralpeix torna a casa, dopo un esilio tra Parigi e Londra: “Tu sei una sradicata, non ti adatterai mai, e lei pensò che forse lo era, sì, eppure il suo paese le era mancato”. Tornare dopo dodici anni, significa scontrarsi con una realtà dove tutto è dovuto cambiare affinché tutto rimanesse uguale a prima. “Secondo Natàlia qualcosa era cambiato, ma non aveva ancora avuto il tempo per capire cosa. Aveva lasciato il paese immerso in una calma piatta, era tornata da soli tre giorni e le sembrava che vi regnasse la stessa calma piatta. All’interno erano successe molte cose, e anche all’esterno, e lei era un’altra, ovvio. Non provava più paura”. Ma “casa” vuole anche dire ritrovare le cicatrici della Guerra civile, ancora viva nella memoria, l’ombra del regime franchista ancora imperante – anche se per poco – e gli oppositori politici giustiziati. A sembrare immutate sono anche le dinamiche della sua famiglia: un mosaico complesso di storie e pensieri in cui l’autrice fa entrare e uscire i lettori. C’è sua zia Patricia, prigioniera del passato e che affonda nell’alcool i pensieri che vuole scacciare; ci sono suo fratello Lluís, cinico e diametralmente opposto a sua moglie Silvia, slanciata nelle sue frivolezze e nelle riunioni Tupperware, e il loro figlio Màrius, chiamato così in ricordo del poeta Màrius Torres, che aveva scritto: “Chi potrebbe dimenticare la città che sprofonda! / Più lontana, più bella, ce n’è un’altra, forse…”, ed è quello a cui Natàlia aveva pensato mentre ne cercava un’altra di città, più lontana e più libera. E ancora, c’è Emilio, giovane comunista che l’aveva guardata in un modo in cui Natàlia non aveva mai sperimentato.
Il passato e il presente si intrecciano nel corso di un romanzo polifonico e poetico, politico e sentimentale allo stesso tempo, dove il futuro e il cambiamento sono sulla soglia, come quando si respira nell’aria il profumo di una primavera che sta arrivando: “Per desiderare il tempo delle ciliegie bisogna aver fede che un giorno arriverà”.
Montserrat Roig
Il tempo delle ciliegie
Mondadori, 252 pp., 20 euro