una fogliata di libri

L'anniversario

Raffaella Silvestri

La recensione del libro di Andrea Bajani edito da Feltrinelli, 128 pp., 16 euro

I libri che entrano così tanto e con tanta sensibilità nel profondo segreto della famiglia colpiscono per audacia, coraggio, anche un po’ per morbosità. Perché morbosità? Guardare all’ambiente dentro al quale abbiamo passato così tanto tempo della nostra vita, quando non avevamo scelta, quando eravamo prigionieri, non è morboso, ma è l’atto integro e riparatore di affrontare un rimosso collettivo. La famiglia patriarcale tradizionale, quella in cui alla madre è sottratta la dignità di essere anche solo forza lavoro per lo stato, è il regime totalitario del nostro privato. 

   

"L’anniversario" di Andrea Bajani (Feltrinelli), un libro raffinato e intimista, è scritto non con lo stile cinematografico del romanzo tradizionale ma con lo stile del personal essay, ed è salito subito ai posti alti delle classifiche di vendita, prima al terzo, poi al secondo nella narrativa italiana. C’è una voglia di verità, con buona pace dei detrattori del memoir e dell’autofiction, che riesce a essere veicolata attraverso una rivisitazione e riscrittura delle faccende personali, quelle di cui si è stati diretti testimoni. E c’è un’apertura – una sete si potrebbe dire, da parte dei lettori – verso forme di racconto che spieghino, oltre che mostrare, il reale; che offrano un’ipotesi interpretativa, una chiave di liberazione. 

   

"L’appuntamento" è un libro controllato, colto, istruito dalla grande tradizione del memoir nordamericano. Ma non è un libro freddo, come ho sentito dire – tra i miracoli di questo romanzo si può annoverare il fatto che se ne parla davanti a un caffè, si manifesta fuori dalla vita puramente letteraria come prepotentemente rilevante. Chi dice che il romanzo è freddo forse non ha capito, o non condivide, la scelta della voce, che è una voce di commento e analisi dei dati e dei ricordi. L’adagio show don’t tell è qui ribaltato efficacemente, dimostrando che di farci vedere le scene ormai sono capaci tutti i prodotti culturali, ma la singolarità e il primato del libro si manifestano proprio nel ragionare sull’esistenza umana, e il ragionamento non è né freddo né elitario, è una facoltà anzi forse un bisogno che appartiene a tutti noi, che ci rende umani. E comunque, nel cogitare, tra le pagine emergono scene vivissime, caldissime, le scene della vita quotidiana nel totalitarismo: il telefono staccato, a isolare il nucleo autarchico, il paese di ottocento abitanti, dopo l’abbandono della capitale, funzionale a far “uscire dalla Storia” i protagonisti di questa famiglia “disgraziata”. Capolavoro.

   

Andrea Bajani 
L’anniversario
Feltrinelli, 128 pp., 16 euro

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