
(Ansa)
Una Fogliata di libri
Due ore di pace, non di più. Lettera dal terzo millennio
Maigret, film anni 2000, con Bruno Cremer. La tensione interiore con cui interroga il serial killer di "Maigret tend un piège", le nebbie di provincia e Parigi, caffè fumosi, odore di pastis e assassini, che portano in un mondo in cui per due ore, di pace, in cui non esistono le tensioni, guerre o lugubri notizie
Ogni sera notizie contundenti. Wrestling alla Casa Bianca, e dal Cremlino, entusiasti: “Finalmente, quel maiale”. Poi, sto in apprensione per il ritorno a Kyiv di Zelensky – che Dio lo protegga, e anche qualche caccia britannico, speriamo. Notte inquieta. Alle 6.30, quando il primo Linate-Fiumicino sfiora con un rombo garbato il cielo sopra Milano, mi domando se sia davvero l’AZ 02013, o altro. (Otto minuti, un Oreshnik da Kaliningrad a Londra, ci abbaia il mastino Lavrov). E scorrono sul web lugubri analisi, e ripetono che l’Europa non ha protezione – proprio non ci si era pensato. Vabbè, quindi è un’opzione da mettere in conto. Ti ci rassegni.
Ma al sabato sera cerchi un po’ di pace. Strapazzi il telecomando: horror, futuri catastro-distopici, talk logorroici. Sfinita, approdi a un’oasi: Crime, canale 39. C’è un Maigret francese anni 2000 con Bruno Cremer – bella faccia, spalle larghe, umanità intensa. Fedele abbastanza da non indispormi – gli oltre 75 Maigret di Simenon, letti tutti. E, per due ore, che pace. C’è un morto, sì, e c’è un assassino, in una Francia anni Cinquanta, beneducata, ipocrita quanto basta, cattiva anche, ma in una logica ragionevole. Quanto candidi i morti del commissario, sepolti in pietosi funerali, in confronto a Bucha, al 7 ottobre, a Gaza. Gli assassini di Maigret fuggono dal senso di colpa: sanno ancora che uccidere è male.
E che sguardo ha, Maigret. La tenerezza per la fanciulla morta in un abito da ballo noleggiato, in “Maigret et la jeune morte”. La tensione interiore con cui interroga il serial killer di “Maigret tend un piège”: “Ma non capisce che cerco l’essere umano che è in lei?”. E poi naturalmente Parigi. E le nebbie della provincia, i canali e le chiuse, e l’alta marea in Normandia. Caffè fumosi, odore di pastis, giocatori di carte come sfingi. E assassini, certo; ma in un mondo, benché già dimentico, ancora quasi cristiano. Due ore nell’oasi. Poi, la sigla. Terzo Millennio. Nostalgia dei cloni di Blade Runner – in fondo umani.


Una Fogliata di libri - overbooking
Toh, c'è Svetonio in testa alle classifiche
