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Una Fogliata di libri - overbooking
Toh, c'è Svetonio in testa alle classifiche
The lives of the Caesars, pubblicato da Penguin, nella traduzione di Tom Holland, è esploso nelle vendite, forse per caso o forse è un miracolo e presto le classifiche dei besteller saranno colonizzate da Cicerone e Terenzio
Che le persone pensino continuamente all’Impero romano, o comunque ben più di quanto ci si aspetti, era emerso da un’indagine stocastica condotta da Saskia Cort, influencer svedese su Instagram; ciò nondimeno resta sorprendente che Svetonio sia entrato di prepotenza fra i bestseller del Sunday Times, sezione saggistica con copertina rigida. Il volume è The lives of the Caesars, pubblicato da Penguin nella nuova traduzione di Tom Holland (448 pp., 25 sterline), e l’irruzione in classifica è un mistero. Di tanto in tanto può capitare che un classico venda molto – fra i più venduti su La Lettura spiccano due Il conte di Montecristo, per Feltrinelli ed Einaudi – ma si tratta in genere di edizioni economiche, che beneficiano di revival in tv.
Per decenni Penguin ha inoltre pubblicato edizioni in brossura delle Vite dei Cesari, rinnovandone la veste grafica nel 1989 e nel 2007, ma le librerie non sono state saccheggiate; nemmeno nel 2016, quando è ricorsa all’edizione deluxe, con una copertina monocroma molto più elegante rispetto alla grafica della nuovissima uscita, che sembra una sofisticata carta da gioco napoletana. Penso di poter scartare l’ipotesi che il pubblico abbia scambiato il nuovo traduttore con il Tom Holland che ha recentemente interpretato Spider-Man, e con eguale certezza escludo l’abbia preso per il più autorevole Tom Holland che, nel 1611, fu fra i traduttori della Bibbia di re Giacomo. Certo, il Tom Holland il cui nome campeggia sulla copertina del volumone, in corpo quasi pari a quello destinato all’ormai decomposto autore latino, è un celebre divulgatore britannico versato nei romanzi storici, una specie di Valerio Massimo Manfredi d’oltremanica.
Ciò ha senza dubbio influito, ma non basta a spiegare come mai le vendite siano esplose un anno e mezzo dopo la pubblicazione; tanto più che il precedente traduttore era Robert Graves, nientemeno, classicista oxoniano reduce dalla battaglia della Somme e autore di Addio a tutto questo (Adelphi, 398 pp., 20 euro€). Forse è solo un caso. O magari è un miracolo e presto le classifiche dei bestseller saranno colonizzate da Cicerone e da Terenzio, da Senofonte e da Esiodo, da Michele Psello e da Gregorio Nazianzeno.

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