
una fogliata di libri
Onesto
La recensione del libro di Francesco Vidotto edito da Bompiani, 256 pp., 19 euro
Scrivere è l’ultima frontiera di salvezza della memoria che, drammaticamente, scompare. E’ in questa linea sottile che Francesco Vidotto affonda la sua penna per preservare dall’oblio le storie di chi ha vissuto aggrappato alle sue montagne, le Dolomiti del Cadore. Nel suo ultimo libro, Onesto, Vidotto raccoglie i frammenti della storia di un vecchio uomo che scriveva lettere alle cime delle montagne, perché “solamente a loro riusciva a dire quel che aveva in cuore”. Ad aprire la storia è l’incontro in un giorno di pioggia con Guido Contin detto Cognac. L’uomo con i baffi e una smorfia sempre compiaciuta rivela all’autore una singolare corrispondenza interrotta: sono le lettere di Onesto, che ha affidato la sua storia, i suoi pensieri e i suoi sentimenti a lettere scrupolosamente imbustate e indirizzate alle sue cime. Il Picco di Roda, la cima del Cridola, il Ciastelin, la cima dei Preti, la Croda Bianca, la Croda di Mezzodì, ogni montagna racchiude un pezzo della sua vita. E ogni cima diventa un pretesto per scrivere prima di tutto a sé stesso. Se Guido Contin dice che ogni soprannome ha un suo perché, anche i nomi dei protagonisti, solamente a dirli insieme, valgono un libro intero: c’è Onesto e c’è suo fratello gemello Santo, separati da neonati in seguito al rapimento di una donna che non poteva avere figli, e poi ricongiunti quando Onesto ha cinque anni. C’è Celeste, la bambina con cui i gemelli crescono tra le valli e le loro avventure prima di bambini e poi di ragazzi. C’è l’amore tra fratelli e quello che lega da subito Onesto a Celeste, quando l’amore sembra semplice come una frase improvvisata su un bigliettino tenuto stretto: “Il miglior momento di ogni giorno sei tu”. C’è il prezzo della fedeltà, o meglio, dell’onestà, quando Santo rivela per primo i sentimenti verso Celeste e “Quando una cosa non la puoi proprio dividere con tuo fratello, non ti rimane che lasciargliela”. Ci sono gli insegnamenti della vita di montagna, la guerra, il distacco, i sogni e le scelte della vita adulta. Vidotto racconta una storia che tocca corde profonde e ricorda come le montagne in questo libro siano una promessa del tempo, in quel gesto di affidarsi, un passo alla volta, alla via, a sé stessi, al compagno di viaggio e alla fiamma che si ha dentro. Una speranza che tutto chiede salvezza. Perché, in fondo, come ricorda Guido Contin detto Cognac, la verità richiede sempre poche parole, come quell’atto d’amore nel dire: “Le mie montagne sei tu”.
Francesco Vidotto
Onesto
Bompiani, 256 pp., 19 euro

una fogliata di libri