Sport: Big Data segnano la strada che porta al Calcio del futuro
A Trento il primo Hackathon della Figc
Trento, (askanews) - Da Trento, la Figc lancia uno sguardo sul Calcio del futuro chiedendo a 150 hacker "buoni" di sfidarsi a colpi di idee e proposte tecnologiche a servizio dell'attività sportiva. E' nato così il primo Hackathon del Calcio Italiano, primo a livello mondiale voluto da una Federazione. "Le sfide di questo primo Hackathon sono due: la prima riguarda la 'Match analysis', in particolare cercheremo di capire come si sta evolvendo il gioco del calcio moderno - ha spiegato Niccolò Donna, responsabile per le Iniziative Speciali della Federcalcio - La seconda sfida riguarda quella del 'Crm', quindi chiediamo di fornici nuovi strumenti e nuove strategie per conoscere maggiormente i nostri tesserati: parliamo di un milione e 300mila tra calciatori, allenatori, dirigenti e arbitri".
Alla base della sfida lanciata agli hacker, c'è la consapevolezza - per la Figc - dell'enorme valore dei dati, sportivi e di sistema, generati all'interno del mondo calcio. Ma bisogna fare attenzione ai criteri, alle garanzie e alle regole alla base della valorizzazione di questi dati, sia dal punto di vista sportivo sia dal punto di vista economico. "In questo scenario la Federazione non entra nel merito dello sfruttamento economico, deve solo creare le condizioni affinché i dati siano omogenei, standardizzati, inter-operabili con le altre Federazioni; quindi facciano parte di un grande mercato europeo e poi mondiale - ha sottolineato Carlo Alberto Carnevale Maffé della SDA Bocconi, intervenendo alla giornata di studi legata all'Hackathon - Sono le Leghe e poi le squadre, da una parte, e dall'altra gli sponsor tecnici e le aziende che fanno ricerca a doverli sfruttare. Quindi una divisione del lavoro molto importante. Le Federazioni sono istituzioni e scrivono le regole; tocca alle squadre interpretarle e usare i dati per vincere e soprattutto usare i dati per non smettere mai di giocare".
Il primo Hackathon del Calcio Italiano - organizzato da Fgic, Trentino Sviluppo, Università di Trento e Provincia autonoma - ha permesso di confermare anche l'importanza di una collaborazione sempre più stretta tra mondo dello sport e ricerca, con benefici che ricadono anche sui territori che direttamente accolgono le realtà sportive e le università coinvolte. "Penso che questo Hackathon possa essere solo un primo passo verso uno sviluppo di idee legate a calcio e innovazione, e in generale a sport e innovazione, che ovviamente coinvolgerà la Figc con le sue logiche, ma che sicuramente coinvolgerà e continuerà a coinvolgere il Trentino e l'Università di Trento - è stato il giudizio di Paolo Bouquet, delegato del Rettore per lo Sport, all'Università di Trento - Perché è qui che c'è tutta l'infrastruttura e l'ecosistema che serve per far si che queste idee non restino solo un bel ricordo, ma diventino iniziative per creare opportunità di lavoro e anche imprese che possano produrre ricchezza su territorio".
L'Hackathon ha visto vincitori il team FBI (Foot Ball Identity) per la categoria "Crm" e il team OGM, per la "Match analyisis".
A cura di Askanews