Pirelli, la fabbrica, la musica: un libro tra industria e cultura
Presentazione, con concerto, per "Il Canto della Fabbrica"
Milano (askanews) - L'Orchestra da Camera italiana ha riportato a casa "Il Canto della Fabbrica", la composizione di Francesco Fiore pensata per dare un suono allo stabilimento Pirelli di Settimo Torinese. Nell'auditorium dell'Headquarter Pirelli in Bicocca, Salvatore Accardo ha diretto gli orchestrali davanti al sindaco di Milano Giuseppe Sala e ai vertici dell'azienda, in occasione della presentazione del libro che racconta la storia del concerto, ma anche della fabbrica piemontese e, in un certo senso, della storia e della filosofia culturale di Pirelli. Un volume, edito da Mondadori, che esce in concomitanza con il decennale della Fondazione Pirelli, diretta da Antonio Calabrò.
"Presentiamo un libro - ha spiegato ad askanews - che mette insieme le note del concerto, le immagini della costruzione della fabbrica di Renzo Piano a Settimo Torinese e della costruzione del concerto in quella fabbrica e dei ragionamenti fatti da Tronchetti Provera, da Piano, da una serie di saggisti che discutono della relazione, nel corso del tempo tra la cultura e la fabbrica, tra la rappresentazione della fabbrica e tutte le sfide che l'industria pone a chi la deve interpretare, e anche a chi la deve raccontare".
Il legame tra industria e cultura è il filo rosso che tiene insieme tutte le diverse storie che "Il Canto della Fabbrica" racconta, coniugando il passato e il futuro. Come ha sottolineato anche il vicepresidente esecutivo e Ceo di Pirelli, Marco Tronchetti Provera. "Si va avanti - ci ha spiegato - pensando costantemente al domani, ma non dimenticando la propria storia, le proprie radici. Io credo che sia questa la ragione che spinge le persone a fare cose, a farle con passione, perché capiscono l'importanza di guardare al futuro, ma sempre con un legame con la società, mai perdere il contatto con la realtà, con l'arte contemporanea e con la cultura, anche più antica, ma continuando a riviltalizzare la vita di un'impresa".
Cruciale, in tutto il ragionamento, l'idea stessa di fabbrica, un luogo fisico e mentale che viene dalla prima Rivoluzione industriale, ma si confronta oggi con il mondo del 4.0. "La fabbrica - ha concluso Calabrò - era la razionalità del Novecento, è cambiata. La fabbrica digitale ha una nuova musica, quella per i violini dell'Orchestra da camera italiana diretta da Salvatore Accardo, ma anche un altro tipo di rappresentazione necessaria: letteratura, teatro, fotografia".
La musica è un tassello, quindi, ma il discorso è più ampio e si apre all'intero panorama dell'industria, chiamata in primo luogo a ripensare se stessa, oltre che ai soggetti culturali, che devono torvare nuovi modi per raccontarla, e con lei possono raccontare, ancora una volta, il nostro presente in costante mutamento.
A cura di Askanews