L'architettura di Luigi Ghirri, il paesaggio come consapevolezza
In Triennale a Milano una grande mostra sul fotografo emiliano
Milano (askanews) - Che il paesaggio italiano sia, a livello fotografico, un'invenzione di Luigi Ghirri ormai è quasi un dato acquisito. Che questa operazione valga anche per il territorio dell'architettura è invece quello che indaga la mostra sul grande fotografo emiliano allestita in Triennale a Milano e curata da Michele Nastasi. "Luigi Ghirri - Il paesaggio dell'architettura" è una esposizione mobile, magnificamente allestita, con quel senso di serena provvisorietà che appartiene alle immagini del fotografo, una sorta di familiarità che passa attraverso i suoi racconti dei luoghi e degli spazi, qui ripensati a loro volta all'interno di uno spazio architettonico immaginario e iconico al tempo stesso.
"Fotografare architettura - scriveva Ghirri - necessita una consapevolezza". E, si sa, le sue immagini trasudano questa consapevolezza, che diventa rappresentazione di qualcosa di fisico - la pianura padana, gli edifici di Aldo Rossi, le piazze eterne d'Italia - ma anche rappresentazione della rappresentazione stessa. Quindi arte contemporanea a tutti gli effetti, come anche i neon colorati che aprono la mostra e indicano le varie sezioni stanno bene a ricordarci.
Quello che conta, però, è la profondità dello sguardo di Luigi Ghirri, il suo stare dentro quello che è il luogo privilegiato del nostro tempo, il suo codificare nella fotografia le percezioni astratte che ciascuno di noi intuisce stando nei luoghi, che poi nelle immagini trovano una risposta coerente.
La mostra in Triennale, proposta dal Museo di Fotografia Contemporanea, articolata su sette sezioni, resta aperta al pubblico fino al 26 agosto.
A cura di Askanews