Definì la Kyenge "un orango", Calderoli condannato a 18 mesi
Il reato è "diffamazione aggravata dall'odio razziale"
Bergamo (askanews) - Si era scusato in Senato il senatore leghista Roberto Calderoli che durante un evento della Lega a Treviglio, nel Milanese, nel 2013 aveva definito "un orango" l'allora ministro per l'integrazione del governo Letta, Cecile Kyenge, deputata di origine congolese. La sua parziale retromarcia, tuttavia, non è servito a evitargli una condanna a 18 mesi di carcere con sospensione della pena e non menzione nel casellario
giudiziario da parte del Tribunale di Bergamo che ha riconosciuto l'esponente del Carroccio colpevole di diffamazione aggravata dall'odio razziale.
"Evviva, evviva evviva. Il razzismo la paga cara", è stato il commento postato su Facebook dall'ex ministro Kyenge che ha aggiunto: "La decisione del Tribunale di Bergamo conferma che il razzismo si può e si deve combattere per vie legali, oltre che civili, civiche e politiche".
La sentenza dei giudici bergamaschi diventa - secondo l'ex ministro del governo Letta - un grande insegnamento per tutti quelli che hanno avuto e che hanno a che fare con pratiche discriminatori: il razzismo va condannato ovunque si mostri".
Di segno opposto la valutazione del difensore di Calderoli, l'avvocato Domenico Aiello: "La pena detentiva per un supposto reato di opinione, per di più avvenuto durante un comizio di partito - ha sottolineato il legale - ha evidenti risvolti di inciviltà giuridica e miopia legislativa".
A cura di Askanews