"Compromessi sposi", Abatantuono-Salemme e la rivalità nord-sud
La coppia comica nel film di Francesco Micciché dal 24 gennaio
Roma (askanews) - Uno è un imprenditore del nord, ricco e un po' sbruffone, l'altro un sindaco integerrimo del sud: si detestano a prima vista ma, pur bisticciando continuamente, fanno fronte comune per impedire il matrimonio tra i propri figli. Con "Compromessi sposi" di Francesco Miccichè, nei cinema dal 24 gennaio, nasce la nuova coppia comica Diego Abatantuono e Vincenzo Salemme.
"Nonostante abbiamo la stessa età è come se io fossi cresciuto con i film di Diego, per cui per me Diego è un mito, una figura quasi mitologica".
"Che similitudini ci sono? Oltre a quella fisica, che mi sembra evidente, c'è un fatto così di sensazione umoristica. Gli attori sono tutti diversi però poi è come il jazz, quando ci sono quelli che trovano lo stesso genere ci si trova facilmente".
Abatantuono e Salemme portano sullo schermo l'eterna rivalità tra nord e sud, che tocca anche le loro mogli, interpretate da Rosita Celentano e Elda Alvigini. Solo i giovani, Lorenzo Zurzolo e Grace Ambrose, vanno oltre queste vecchie barriere. A proposito delle differenza culturali e dello scontro di mentalità tra meridionali e settentrionali i due attori dicono.
"C'è una distanza, ci sono modi, usi e costumi, mi sembrava che questo problema fosse stato superato negli anni passati, con le grandi migrazione tra sud e nord e dal nord verso l'America. E' un tema che sembrava risolto come problema. Certo è che quando tu fai incontrare per divertimento queste diverse origini, spesso la scintilla comica... Ma dovrebbe scattare solo qualla comica insomma".
"Le dicotomie culturali esisteranno sempre, non c'è nulla da fare, ma non tra nord e sud, sono nel sud fra poco più sud e poco più nord. Io sono di un paese che si chiama Bacoli e nel comune c'è una frazione che si chiama Cappella, che da casa mia a Cappella c'è lo spazio di questa sedia, eppure sembriamo rivali. Dico: ma come è possibile? Eppure è così, è la vita, siamo esseri umani, siamo non tanto per la solidarietà quanto per la diffidenza, mentre invece quando scegliamo la solidarietà siamo più belli".
A cura di Askanews