Emiliano Ponzi e la ricerca (im)possibile della perfezione
Incontro con l'artista alla Affordable Art Fair di Milano
Milano (askanews) - La ricerca della perfezione e il mestiere di illustratore, sempre di più riconosciuto come soggetto attivo e rilevante nel mondo dell'arte. Alla Affordable Art Fair di Milano askanews ha incontrato Emiliano Ponzi, artista visivo e illustratore di fama internazionale, che ha presentato, nell'ambito del progetto di Illustrazioni Seriali, una serie di lavori su carta dal significativo titolo di "It's not good enough", non è abbastanza buono, nati da continui tentativi di variare su uno stesso tema-matrice.
"Continuando a ridisegnare la stessa figura, ma con colori diversi, con tecniche diverse, con un'altra possibilità e opzione tra fondo e soggetto - ci ha spiegato Ponzi - io tento di avvicinarmi all'archetipo inarrivabile della perfezione, perché non esiste E questa è proprio la grande differenza per chi lavora su carta: la possibilità di contemplare anche l'errore, che diventa poi magari vettore di un'idea, di un guizzo, per migliorare la volta successiva".
I lavori di Emiliano Ponzi sono stati presentati insieme a quelli di altri due illustratori, Agostino Iacurci e Malika Favr, in una selezione curata da Chiara Pozzi, fondatrice di Illustrazioni seriali.
"Illustrazioni seriali - ci ha detto - è un raccoglitore di progetti legati al mondo dell'illustrazione che è nato nel 2017, con l'obiettivo di rivalutare l'illustrazione, che fino a una decina di anni fa era considerato quasi un settore di serie B dal punto di vista artistico, e riportarlo alla sua originaria importanza e considerarlo esattamente come una forma d'arte, quello che poi è".
Il punto è proprio questo: la consapevolezza della dimensione artistica del lavoro degli illustratori, sempre messa in qualche modo in dubbio, salvo poi le celebrazioni ex post. I lavori di Ponzi e dei suoi colleghi, invece, hanno la forza e l'evidenza di ricordarci che il presente è qui, e che quello che stiamo guardando è una, se volete particolare, faccia dello stesso complesso e luccicante poliedro dell'arte contemporanea. E per gli artisti la pulsione creativa e il confronto con il proprio lavoro sono uguali a tutte le latitudini tecniche.
"Quando l'oggetto interno diventa esterno, quindi visibile a tutti - ha concluso Emiliano Ponzi - esce dalla testa e attraverso la mano diventa un manufatto, ecco che c'è rabbia per non essere stati così bravi nel decodificare gli impulsi del cervello attraverso lo strumento mano".
Nulla sarà mai abbastanza buono, è vero, ma intanto sarà qualcosa. Che oltre tutto offre la possibilità filosofica di continuare a migliorarsi tendendo all'irraggiungibile infinito. Meglio di così è difficile immaginare.
A cura di Askanews