"Fuorigioco", due calciatori e l'omosessualità al Piccolo Eliseo
In scena fino a 17 febbraio Edoardo Purgatori e Miguel Gobbo Diaz
Roma, 1 feb. (askanews) - Due giovani promesse del calcio che sognano la gloria ma poi prendono due strade diverse sono i personaggi principali di "Fuorigioco", diretto da Maurizio Mario Pepe, in scena al Piccolo Eliseo fino al 17 febbraio. Nella versione italiana di "The Pass" di John Donnelly sono Edoardo Purgatori e Miguel Gobbo Diaz ad interpretare Cristian e Ade. Il primo avrà successo ma negherà la propria omosessualità, il secondo avrà una vita nell'ombra ma sarà in pace con se stesso.
Purgatori-Christian spiega: "Si sposa, ha dei figli e poi ad un certo punto fa quasi un patto con il diavolo, per cui decide di sacrificare qualunque cosa, questa è una cosa che lui dice spesso nel testo, cioè quanto sia disposto a sacrificare pur di raggiungere il suo obiettivo, al punto da sacrificare tutto quello che gli è intorno: amici, famiglia, la sua identità".
Miguel Gobbo-Diaz: "Ade è quello che non ce la fa, è quello che torna a casa e vive la sua vita e accetta quello che è, accetta di vivere l'omosessualità, accetta di vivere una vita normale, di studiare e di continuare a godersi quello che è realmente".
Lo spettacolo copre un arco di 12 anni e si svolge in tre diversi momenti in tre stanze d'albergo. Dall'energia dei due protagonisti nella prima scena si passa alla spavalderia di un Christian all'apice del successo nella seconda e poi si arriva alla sua parabola discendente. L'affiatamento tra i due attori è totale. "Abbiamo chiacchierato tantissimo perché ho avuto delle esperienze di campo, come giocatore, vere, e abbiamo cercato di riportarle qui, per quanto riguarda quello. E anche il rapporto di amicizia, il rapporto che c'è tra i due, ci siamo visti un sacco, ci siamo allenati insieme, abbiamo condiviso tanti momenti insieme".
Nello spettacolo appaiono altri due attori, Giorgia Salari e Gianluca Macrì. Il regista spiega: "L'autore, John Donnelly, ha scritto questo testo proprio in occasione dell'addio al calcio di un calciatore tedesco che alla fine della conferenza stampa ha detto: 'Vabbe', comunque, io sono gay'. Da lì lui ha preso spunto per scrivere questo testo e da lì lui ha fatto una bellissima investigazione proprio sull'identità".
A cura di Askanews